Francesco Gambaro
È finita con la promessa di Roberta Morgano, assessore alla riqualificazione del Levante, di «tornare solo se i cittadini lo vorranno, per discutere ancora una volta del progetto di piazza Leopardi». Ma quello che la gente di Albaro aveva da dire sull'ipotesi di pedonalizzare la piazza antistante la chiesa di Santa Maria del Prato, l'ha già detto fuori dai denti l'altra sera durante l'assemblea pubblica organizzata dal Civ (il centro integrato di via) «Arbà».
E cioè: pollice verso alla pedonalizzazione di piazza Leopardi se questa, come pare, comporterà il taglio di una quarantina di posti auto e lo stravolgimento dell'attuale viabilità da via Oderico a via Albaro. Era iniziata l'assemblea di lunedì sera con l'illustrazione del progetto da parte del Civ di Albaro, che si è aggiudicato uno dei cinque bandi regionali per la riqualificazione e il restyling dei centri urbani. In soldoni: 120 mila euro (84 mila provenienti dalla Regione), il resto a carico dei trenta negozi consorziati nel Civ, allo scopo di rivitalizzare il perimetro compreso tra piazza Leopardi, via Albaro e via dei Franzone. Una vera e propria «azione d'immagine per tutto il quartiere», sottolinea l'architetto Andrea Camandona, autore del progetto insieme a Benedetto Besio. Quindi spazio a nuovi arredi (vasi per i fiori e panchine) e a una nuova cartellonistica (totem e bacheche) in corrispondenza delle fermate degli autobus. E con la sistemazione dell'area posta di fronte al conservatorio. Ma il progetto che ha suscitato le vibranti proteste degli abitanti, spalleggiati dai consiglieri del parlamentino Medio Levante, porta la firma del Comune e prevede la pedonalizzazione di piazza Leopardi nella parte terminale di fronte alla chiesa romanica di Santa Maria del prato. Come ha spiegato Caterina Cifatte, progettista dell'amministrazione comunale, si tratta di «ridare dignità di spazio pedonale a questa piazza vincolata come zona storica, grazie a una serie di interventi mirati». Vale a dire: l'ampliamento delle due aiuole esistenti, l'installazione di nuove panchine, l'incremento dei filari, un chiosco bar con dehor. Oltre a una pavimentazione e un'illuminazione nuove di zecca. Il tutto grazie ai finanziamenti della Regione (75 mila euro) e al contributo del Comune (65 mila euro).
I lavori dovrebbero partire l'anno prossimo, dopo la gara di appalto, ma circoscrizione e residenti sono già sul piede di guerra. Perché pedonalizzare piazza Leopardi significa sacrificare 30-40 posti auto, tuttora esistenti, senza sapere come e quando verranno recuperati. E c'è di più: tra le righe del progetto emerge la volontà di introdurre il senso unico da via Oderico in uscita verso via Albaro, con ripercussioni pesanti sul traffico del quartiere. «Per scendere in via Zara si dovrà per forza passare da via San Nazaro, una strada molto stretta, e questo causerà non pochi problemi alla circolazione delle auto», scandisce Francesco Massa, consigliere di Alleanza nazionale del Medio-Levante. Ce n'è abbastanza perché Pasquale Ottonello, presidente del parlamentino, a fine assemblea sbotti: «Questo progetto così come è stato presentato, non va bene. Martedì prossimo in circoscrizione daremo voto contrario. È giusto pensare a un restyling della piazza, però prima vanno risolte tutte le questioni relative alla viabilità e alla sosta. Ma non sarà certo il senso unico in via Oderico a risolvere il problema dei parcheggi che si perdono in piazza Leopardi». Ottonello incassa gli applausi della sala, che diventano ovazioni quando a prendere la parola è l'architetto Massimo Corradi, residente con un diavolo per capello.
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