Cultura e Spettacoli

Album, concerti e politica La sfida infinita dei baronetti

Alla vigilia della partenza dei tour e dell’uscita dei cd, ritratto in controluce di due rockstar divise dal Live 8 e dal modo di trattare donne e dollari

Album, concerti e politica La sfida infinita dei  baronetti

Paolo Giordano

Se qualcuno non ci avesse già pensato (non è sicuro, dicono di sì ma vatti a fidare) sarebbe un bello spunto per uno scontro epocale, qualcosa tipo figli di papà contro figli di buonadonna, fighetti contro burini o capelloni contro ben pettinati. Su queste cose si costruiscono le leggende, ormai si sa. A settembre, per la precisione il cinque, usciranno i nuovi ciddì di Paul McCartney (il buono) e dei Rolling Stones (i cattivi), le loro tournée americane partono in contemporanea, i loro uffici stampa stanno facendo le stesse telefonate e quindi potrebbe iniziare una bella guerra dei due mondi non fosse che tra loro, ormai ultrassessantenni ultrasoddisfatti, tutt’al più funzionerebbe quella dei Roses. Mick Jagger - d’altronde l’ha detto anche il suo compare Keith Richards a Newsweek - è la mamma del rock, primadonna e isterica, con stilista e amante incorporati. Paul McCartney - Macca per i pochi amici - è il papà, tirchio e austero e rigido, sempre gentiluomo almeno finché non aprono i pub. In questa sfida gli altri Rolling Stones sono i caratteristi (Richards è il beone, Charlie Watts il grillo parlante, Ron Wood lo zio d’America) e il Beatles superstite, Ringo Starr, proprio ieri si è chiamato fuori perché «ho imparato a leggere e a scrivere a 15 anni» e quindi, ora che ne sono passati solo altri cinquanta, non ha ancora le idee ben chiare.
Il mio cd è meglio. Quanto a chiarezza, Macca invece non la manda a dire. «Il mio nuovo album Chaos and creation in the backyard è meglio di quelli dei Beatles, potrebbe diventare uno dei migliori della mia vita» ma dimenticate quest’ultima frase perché la ripete dal ’73. Terrorizzato dalla noia, durante la registrazione di A bigger bang Mick Jagger si è invece messo a suonare persino la batteria e «a fare tutte quelle cose che non faccio» però «fortunatamente per i fans nessuno sentirà mai nulla». Tanto - come ha aggiunto Keith Richards - «non abbiamo mica bisogno di mantenere una famiglia». Ha ragione, ne hanno tre a testa e mica c’è da scherzare.
Vengo anch’io, no tu no. Mai prendere un caffè con il proprio idolo, smetterebbe di esserlo: in questo caso Jagger se lo farebbe offrire, Macca non lo pagherebbe e così fanno da sempre perché loro sono «their majesties» e guai a togliergli il trono. McCartney ha partecipato al Live 8 di Hyde Park solo perché ha cantato un brano dei Beatles con gli U2 (Sgt. Pepper’s lonely hearts club band, record di download su Internet) e sul palco (come ha detto Larry Mullen, uno che parla ogni due anni) comandava a bacchetta alzando solo il sopracciglio. Non essendoci altri U2 in circolazione e non potendo cantare un brano dei Beatles, Jagger se ne è rimasto a Toronto a fare le prove del tour e tanti saluti, tiè.
Casa dolce casa. E che Mick (patrimonio 550 milioni di euro) sia un baronetto ma non un signore lo ha confermato a giugno rifiutando di far intonacare il villone di Richmond Hill a Londra dove la sua ex Jerry Hall vive con i loro quattro figli. Zero, neanche un soldo. Lei aveva detto: «La nostra casa era come un tempio del nostro amore, il santuario dove i nostri figli sono nati e cresciuti» e a tutte le donne del mondo è scesa una (comprensibile) lacrima. Che è subito sparita quando McCartney ha rivelato di telefonare ai giornalisti che trattano male sua moglie Heather, come quando una sciagurata ha scritto: «Non è neanche bella». «Come osi scrivere tutta questa spazzatura? Io sono suo marito». Che noia, che barba (direbbe Sandra). Poi ha annunciato che a ottobre pubblicherà il suo primo libro per bambini In alto tra le nuvole. Tra i potenziali lettori, anche l’anonima ventenne che con Mick Jagger ha trascorso un fine settimana a Yangon in Birmania: arrivo in jet privato, suite da 720 euro a notte. È solo rock’n’roll, ma mi piace.
Pellicce e pellacce. Poi volete mettere l’impegno? In una conferenza stampa al Parlamento Europeo Paul e Heather McCartney hanno chiesto la messa al bando dell’importazione dalla Cina di pellicce di cane e gatto, ma in fondo questa è robetta da Marina Ripa di Meana. Nel ciddì degli Stones ci sarà nientemeno che Sweet Neocon una canzone contro Bush che oggettivamente al borsino della contestazione oggi vale molto di più: «Dici di essere un cristiano/Ma sei un ipocrita/Dici di essere un patriota/Ma io penso che tu sia pieno di m...». Jagger ha detto: «Keith mi fa: “Certo che non hai usato giri di parole” e penso che lui sia preoccupato solo perché vive in America. Ma io no».

McCartney invece avrebbe già telefonato ai giornalisti perché in fondo la cazziata preventiva è sulla road map di tutti i miti (con una sola famiglia).

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