Aldo, Giovanni e Giacomo ladri sotto l’albero

Presentato "La banda dei Babbi Natale", nuovo film del trio con Angela Finocchiaro e un cameo di Mara Maionchi. "Il successo ti porta ad essere pigro e a delegare le idee. Ma adesso siamo ritornati a scrivere e a fare gli artigiani"

Aldo, Giovanni e Giacomo ladri sotto l’albero

Milano - Appesi a un palazzo, tutti e tre. Vestiti da Babbo Natale. Con un tempismo perfetto, si fa per dire: perché è la notte di Natale e, benché l’abbigliamento biancorosso e la barba bianca siano consoni, a quell’ora si corre a cenare in famiglia, o a scartar regali. Certo non si finisce - una volta schiodati da lassù - in un commissariato, a fornire generalità e a spiegare il perché di un probabile, molto probabile tentato furto in appartamento. Comincia così, tra il comico (ovviamente) e il surreale, l’ultima cineavventura di Aldo Giovanni e Giacomo, diretta da Paolo Genovese e intitolata La banda dei Babbi Natale.

Il film - prodotto da Paolo Guerra per Medusa Film e Agidi Srl - uscirà il 17 dicembre, a due anni da Il cosmo sul comò, che non fu uno strepitoso successo: costruito a episodi, il film offriva una ridda di situazioni folli, ma sembrava riportare Aldo Giovanni e Giacomo alle regole ferree, più televisive che cinematografiche, del cabaret mordi e fuggi. È la storia, bellezza. È quella che fa il cinema, e Aldo e compagni ci hanno sicuramente pensato se oggi dicono chiaramente di «essere tornati al passato». Vale a dire, «a quello di Tre uomini e una gamba e Chiedimi se sono felice - spiega Giovanni Storti in arte Giovanni -; il successo ti porta qualche comodità, e ti tenta un po': ti fai pigro e cominci a delegare parecchie cose, tra cui le idee. Insomma, perdi il polso di ciò che stai facendo. Con questo film noi tre siamo tornati a fare gli artigiani. Siamo tornati a scrivere, insieme a validi collaboratori come Valerio Bariletti, Morgan Bertacca e Giordano Preda. Siamo stati molto più presenti su tutto».

Insomma, da perfetti clown, Aldo Giovanni e Giacomo hanno fatto lezione di qualche «sberla» ricevuta. Anche se le sberle ricevute da loro sono relative, restando i tre comici star incontrastate della risata all’italiana, sia su grande che su piccolo schermo. Nella storia, come nella vita, i tre protagonisti sono amici da lungo tempo («il pubblico ci identifica da sempre così - spiega Giacomo -, è difficile fargli credere che siamo estranei, anche se nella finzione»): Giovanni è un veterinario che si è reso la vita impossibile costruendo due famiglie, una in Svizzera e una in Italia, reciprocamente ignare di tutto (Antonia Liskova la moglie svizzera, Lucia Ocone quella italiana). Abituato a un’esistenza a due facce, oltre che a curare gli animali si impegna a farli fuori: è infatti un accanito cacciatore. Giacomo è un medico chirurgo, vedovo, che vive nel ricordo ossessivo della moglie perduta, parla con la sua foto e sembra non recepire le avance di un collega medico ex amica della moglie (Sara D’Amario), che vorrebbe farlo ripartire. Aldo è un immaturo cronico, allergico al matrimonio, sbarca il lunario con le scommesse e, un bel giorno viene sbattuto fuori di casa dalla compagna (Silvana Fallisi).

«Il cast - spiega il regista Paolo Genovese - è stato arruolato all’americana: tutti bravi, anche, come si dice a Hollywood, il taxista che deve aprire lo sportello dell’auto». Si segnalano, tra le signore nel cast, Angela Finocchiaro come protagonista - è lei il commissario di polizia che interroga i tre Babbi Natale in una notte in cui dovrebbe correre a casa dalla famiglia - e, ebbene sì, Mara Maionchi, giudice star di X Factor, nel ruolo di una pestifera suocera di Giovanni. «Ci siamo divertiti con lei - rivela Giovanni - è un’istintiva».

La storia, integralmente ambientata a Milano, ha come location diversi angoli della città, soprattutto il quartiere Isola. «Milano è la nostra città, è comodo per noi girare qui, ma soprattutto ci piace raccontarla», spiega Giacomo. Quanto ad Aldo, infila battute e spiega come ha «dovuto adattarsi a tornare a lavorare con questi due dopo aver lavorato con Tornatore». La piccola parte ottenuta in Baarìa, giura il simpatico siculo, è la via verso un futuro da Oscar.

Quanto alla tv, spiegano i tre reduci dalla corte di Fabio Fazio, «non ce ne sarà fino al 2011: abbiamo ancora due settimane di riprese del film, poi penseremo alla promozione da qui a dicembre. Gli spot di telefonia? Quelli ci prendono poco tempo e a fine agosto si fermeranno».

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