Roma - Una svolta che viene da destra: per la prima nella Capitale sarà indetto il lutto cittadino per la morte di quattro bambini nomadi. "È mia intenzione indire il lutto cittadino per la morte dei quattro bambini". Al termine del vertice in prefettura convocato dopo il rogo di ieri sera in un accampamento rom abusivo, il sindaco di Roma Gianni Alemanno fissa per mercoledì il lutti cittadino ricordando che è "la prima volta che viene indetto per la morte di nomadi".
La sinistra subito all'attacco. Ma Alemanno replica: "Evitare le speculazioni, ora si lavori insieme".
Trenta milioni per il piano nomadi "Chiederemo al Governo altri 30 milioni di euro per completare il piano nomadi", ha dichiarato il primo cittadino di Roma. Il prefetto Giuseppe Pecoraro ha precisato che "sono stati stanziati già circa 32 milioni di euro da Comune, Regione e governo, di cui 20 milioni sono già stati spesi". Alemanno ha invitato l'opposizione a evitare "speculazioni
vergognose" perché "ora è il momento della cooperazione per risolvere un
problema e non di fare polemiche strumentali. Quando c’erano loro
non hanno fatto niente". Al termine della visita
all’Istituto di medicina legale dove si trovano le salme dei
quattro rom e alla quale ha preso parte il presidente
Napolitano, il sindaco ha anche parlato di "poteri speciali" per attuare il
piano nomadi "senza che ci siano blocchi da chi dice sempre no".
Il Pd cavalca la tragedia Dopo aver comunicato "cordoglio e vicinanza alla comunità rom", la Pd Livia Turco ha ricordato che i "primi punti del programma di Alemanno, eletto nel 2008 in seguito ad un battage elettorale sui temi della sicurezza urbana, riguardavano proprio il piano nomadi. Dov'è finito il piano? Che cosa conteneva?". "Abbiamo visto - ha rilanciato la Turco - solo una serie di sgomberi effettuati in modo casuale e frettoloso, con lo scopo di comparire in bella evidenza nei titoli dei giornali". Poi ha chiesto: "A quando, invece, l’attuazione di una politica seria fatta di regole da rispettare ma anche di opportunità? A quando la realizzazione di un piano nazionale di integrazione? A quando l’utilizzo dei fondi comunitari dedicati e già disponibili, ai quali per scelta o incapacità questo governo non ha mai attinto?".
La baracca bruciata C'erano in tutto cinque baracche all'interno dell'insediamento abusivo a Roma, coinvolto in un incendio, nel quale hanno perso la vita quattro bambini rom. Secondo quanto si è appreso, in passato l'insediamento era stato più volte sgomberato, ma i nomadi erano tornati con i loro accampamenti. Solo una baracca è stata distrutta dalle fiamme. All'interno di quest'ultima c'era un nucleo familiare composto da sette persone tra cui i quattro bambini morti. Il micro-accampamento abusivo di via Appia Nuova era stato censito a dicembre scorso dalla questura. In quattro baracche, vivevano circa 13 persone, tra le quali alcuni bambini. Le baracche si sono spostate per un periodo di tempo per poi tornare al punto di partenza. In una di queste, è scoppiato l'incendio che ha provocato la morte di quattro bimbi.
Denunciati i genitori Per aver lasciato i bambini da soli, sono stati intanto denunciati dalla polizia per abbandono di minore Elena Moldovan e Erdei Mircea, genitori dei quattro fratellini morti, tre maschi e una femmina, tra i 4 e gli 11 anni, mentre un’altra bimba è sopravvissuta. I due si difendono dicendo di essersi allontanati dalla baracca per andare a comprare del cibo.
Napolitano: basta ai campi degradati Anche il Presidente della Repubblica ha commentato la tragedia chiedendo di "di non lasciare esposte a ogni rischio comunità che da accampamenti di fortuna, degradati e insicuri, debbono essere tempestivamente ricollocate in alloggi stabili e dignitosi".
E da Bruxelles Viviane Reding, vicepresidente della Commissione europea, aggiunge: "La tragedia di Roma dimostra che l’integrazione dei Rom deve restare in cima allepriorità dell’agenda politica". La Reding, responsabile per la giustizia la scorsa estate si era scontrata con il presidente Nicolas Sarkozy sulle espulsioni dei rom dalla Francia, accusata di "discriminazione razziale".
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