Alfano: "Adesso facciamo squadra per Silvio"

Il segretario a Milano: "Ci ha sempre aiutato, ora tocca a noi". Tutti d’accordo, Formigoni polemico. E sulla riforma elettorale: il Pdl vincerà con ogni sistema"

Alfano: "Adesso facciamo squadra per Silvio"

Milano Angelino Alfano da Agrigento, classe 1970, è un po’ milanese, perché ha studiato giurisprudenza alla Cattolica. Così, quando entra nella fossa dei leoni del Pdl lombardo, sa come prendere i duemila eletti che lo attendono con ansia nella sala strapiena. Sono le tredici e quarantacinque, ben oltre l’ora di pranzo (e dei tg). Lui ha ascoltato duecento minuti di interventi, scherza sulla curva glicemica in picchiata, ammorbidisce la platea che sembrava in preda a sindrome da disfatta: «Il rischio è cadere in una trappola psicologica per cui ci convinciamo che hanno ragione gli altri. Ma noi non possiamo accettare lezioni da loro, sconfitti dalla storia!». Piovono applausi.

Poi punta diritto al cuore, al grande assente, Silvio Berlusconi. Fin troppo banale dire che lo si nota anche se non c’è. E Alfano, segretario politico del Pdl scelto dal premier, invita a fare squadra intorno a Berlusconi incalzato dalla magistratura, dai continui inviti a lasciare il governo, adesso anche dalla pubblicità a pagamento sui quotidiani: «Berlusconi è sotto attacco ed è il nostro leader e noi lo difendiamo». Il messaggio è chiaro: «Berlusconi è un uomo generoso. Credo che difficilmente qualcuno possa dire di avere aiutato Berlusconi negli ultimi anni, anzi è lui che ha trascinato. Ora, per la prima volta in diciotto anni, serve una grande squadra che lo aiuti. È il momento di restituire affetto e gratitudine». Aggiunge: «È prima di tutto una questione etica. Per quanto riguarda la questione politica, sarà lui a decidere se candidarsi. Noi siamo un partito senza padrini né padroni di tessere».

È il primo grande appuntamento senza Berlusconi, oltre che il debutto di Alfano segretario in un’assemblea di partito. Il giovane delfino galvanizza: «Vogliamo vincere nel 2013, faremo i congressi provinciali all’inizio di dicembre». Prove di autonomia e di futuro. «Già nell’agosto scorso Berlusconi ci aveva detto che non sarebbe venuto perché vuole che il Pdl impari a camminare sulle proprie gambe al fianco di Alfano» rivela Mario Mantovani, il coordinatore regionale del Pdl che ha organizzato la kermesse.

Gabriele Albertini dal palco lancia un attacco sulla selezione della classe politica femminile: «La meritocrazia non è essere una bella ragazza, se devi fare l’attrice o la spogliarellista va bene, ma se devi fare il rappresentante istituzionale o il ministro...». Mantovani ricorda gli inizi della carriera di Albertini: «Berlusconi gli ha fatto la prova della nebbia nei polmoni per verificare se fosse adatto a essere il sindaco di Milano». Una battuta anche sul ministro Michela Vittoria Brambilla, animalista: «Se vai in giro la prima domenica di settembre, quando aprono la stagione della caccia, qui in Lombardia rischi grosso».

Gli applausi sono frequenti, il clima nonostante tutto disteso. L’ex dc Gianfranco Rotondi coglie l’aria allegra: «Siete troppo democristiani per i miei gusti, noto una soave sapienza dorotea». L’intervento più polemico è quello di Roberto Formigoni: «Bisogna fare le riforme, un grande cambiamento nella politica di governo e di partito. Cambiare aria, riconquistare il consenso degli elettori, basta con i nominati dall’alto».

È un caso isolato. L’energia dei più si concentra in difesa. Mariastella Gelmini lancia un appello allarmato: «Dobbiamo essere compatti davanti agli attacchi straordinari a Berlusconi che mirano a sovvertire la democrazia. A volerlo mandare via sono le lobbies, i salotti, i poteri forti, imprenditori che non hanno concluso nulla, gente che preferisce un governo tecnico a un governo eletto dal popolo». Lancia una stoccata che molti vedono volare in direzione di Formigoni: «Il percorso delle riforme non è un giro di valzer. E molti difendono sprechi che non possiamo più permetterci».

La pasionaria Daniela Santanchè improvvisa un elogio della plastica, materiale del partito Pdl. Ironizza: «Voi capite che parlare di plastica mi viene molto bene...».

Veniamo alla plastica: «È leggera, costa poco, visto che c’è chi parla di aria pulita, non puzza se non la si brucia. Se inquina è colpa di chi la usa e senza scrupoli la abbandona». E ogni riferimento è puramente voluto.

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