Roma

Alice avrebbe subito abusi sessuali anche in famiglia

Dalle indagini sul delitto sono emersi altri episodi che riguardano la nonna e la zia

Patricia Tagliaferri

Era già triste la storia della piccola Alice, morta una notte dello scorso luglio a 5 anni perché il suo cuore non ce l’ha fatta più a sopportare i maltrattamenti subiti - secondo i magistrati che l’hanno fatto arrestare - dal compagno della mamma. Ora alla sua vicenda si aggiungono dettagli ancor più orribili: Mauro Bronchi, 39 anni, ex convivente della madre, non sarebbe stato l’unico ad abusare di lei. Alice avrebbe subito abusi sessuali anche da parte di alcuni familiari. Un inferno senza via d’uscita la vita di questa bambina. I primi sospetti sono emersi dalle dichiarazioni acquisite durante l’istruttoria.
Ora i pm stanno cercando di capire fino a che punto sia stata squallida la breve esistenza di questa bimba. Così, dopo aver ottenuto il giudizio immediato per Bronchi - che dovrà difendersi dall’accusa di omicidio volontario aggravato - i magistrati stanno indagando su altri episodi, di cui ha parlato la stessa mamma della vittima, Viviana Di Laura. È stata lei a raccontare di aver percepito nella figlia nell’ottobre del 2005 «una notevole irrequietezza». Non credevano, i pm, che da queste parole si sarebbe aperto un varco inaspettato. Ecco la mamma raccontare di quella notte in cui la bambina non ne voleva sapere di smettere di piangere. «Mi ha detto - rivela la donna - che non sarebbe più voluta tornare a casa dalla nonna. In alcune occasioni mi diceva che doveva finire “questa lunga e brutta storia”. Quando mi sono trasferita da Mauro definitivamente ho finalmente capito che cosa stava accadendo a casa di mia madre». Ma non è solo la posizione della nonna di Alice che i magistrati stanno valutando. Nel verbale viene chiamata in causa anche la sorella della Di Laura: pure lei avrebbe abusato di Alice. Alla piccola avrebbe anche fatto vedere videocassette pornografiche assieme al cugino.
Non erano una novità, per Alice, le escoriazioni e i segni di percosse che i medici le hanno riscontrato sul corpo poco prima che morisse. La Di Laura ha ammesso di aver già notato in passato lividi sulla bambina. «Che posso unicamente ricondurre - ha precisato - a sedute “medianiche” poste in essere da mia madre e mia cugina». Sempre dalla mamma sono arrivate altre accuse: «Ho appreso dalla bambina di essere stata colpita ripetutamente con pugni sulle gambe da mia sorella». Anche dal papà naturale Alice sarebbe stata percossa. Un’incredibile serie di violenze che non terminarono neppure quando la mamma riprese con sè la piccola. Dopo una breve parentesi di normalità, per Alice ricomincia l’incubo. Questa volta per mano del convivente della mamma, che la crede «indemoniata», e la sottopone a crudeli punizioni e trattamenti contro il malocchio.

La Di Laura tollera per non essere picchiata: «Affermava che non ero una buona madre perché non le davo regole e non le imponevo il rispetto attraverso le percosse. Continuava a tormentare Alice per ogni piccolezza». Ora Bronchi punta a chiedere la semi infermità mentale. E non si capacita di essere l’unico, in questa vicenda, ad essere finito in carcere.

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