Roma - Alitalia, la trattativa va avanti fra stop and go, annunci e proteste. E mwentre a Palazzo Chigi il governo incontra prima i sindacati autonomi, poi i segretari confederali e l'Ugl, il premier Silvio Berlusconi invita alla "responsabilità" perché dietro l'angolo c'è il fallimento della compagnia.
Così, nonostante tutto il dialogo va avanti. Incontro ristretto a Palazzo Chigi, con i vertici di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Preceduto da quello con i sindacati dei piloti e degli assistenti di volo. In una giornata tesa e difficile in cui si parlava della possibile firma dell’accordo con Compagnia
aerea italiana che darebbe il via libera all’operazione di salvataggio di Alitalia (ipotesi poi smentita dalla Uilt). Ma la convocazione di Cgil, Cisl, Uil e Ugl è stata duramente contestata dai sindacati autonomi di Alitalia, in un primo momento esclusi, e pronti allo scontro fino al blocco dei voli. Così anche loro sono stati convocati da Sacconi, prima dei confederali. Mentre proprio i confederali e l'Ugl hanno chiesto la
convocazione di un tavolo con tutte e nove le sigle di Alitalia, per proseguire nella trattativa con governo e Cai.
Piloti e assistenti di volo: prime aperture Insomma, si tratta, con le prime aperture condizionate da parte di Anpac e Anpav. Le le prossime ore potrebbero essere decisive per sbloccare la situazione. Il verdetto potrebbe arrivare mercoledì o, al più tardi, giovedì prossimo, dopo le "opportune modifiche" all'accordo quadro e al contratto richieste dai sindacati. Entro mercoledì o giovedì, infatti, tutte le nove sigle sindacali e Cai si riuniranno attorno allo stesso tavolo con il governo. E giovedì la Cai è pronta a decidere se andare avanti con l'offerta per Alitalia, che scade il 30 settembre.
L'Anpav: pronti a condividere l'accordo quadro Il sindacato autonomo degli assistenti di volo Anpav è disponibile a condividere i contenuti dell'accordo quadro, nell'ambito del piano di salvataggio per Alitalia, sul quale è già stata raggiunta una intesa ieri con i soli sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Lo ha indicato il presidente Massimo Muccioli spiegando che la decisione è stata presa dopo aver ascoltato, nell'incontro di questa sera a Palazzo Chigi, "le spiegazioni" sui contenuti dell'accordo, che riguarda solo gli aspetti legati al piano industriale, da parte del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Muccioli ha detto di "aver esplicitato delle osservazioni su alcune cose mancanti e alcune raccomandazioni nell'accordo quadro. Sarà difficile apportare sostanziali modifiche - ha aggiunto - ma se nella riunione allargata di mercoledì o giovedì prossimo ci fossero ulteriori chiarimenti o miglioramenti di garanzia da parte del governo si potrebbero determinare le condizioni per una condivisione dell'accordo quadro".
L'Anpac: distanze importanti, ma il dialogo va avanti I piloti dell'Anpac confermano "la preoccupazione" dopo l'incontro a Palazzo Chigi e dicono che distanze sono ancora "molto importanti". Il presidente Fabio Berti dice: "Nonostante i sacrifici che abbiamo deciso di accettare, di imporci, non c'é un punto di unione, ma andiamo avanti". C'é la disponibilità a "ricominciare il confronto con un dialogo costruttivo", anche in vista di una prossima riunione con il governo di tutte le nove sigle sindacali coinvolte dalla trattativa, "un passaggio molto importante la ricostituzione del fronte sindacale ad un tavolo unitario".
Il nodo del contratto L'incontro ristretto tra i segretari generali di Cgil, Cils, Uil e Ugl ed il governo è servito ad una verifica sulla trattativa in corso sull'ostacolo del nuovo contratto di lavoro, e sulla disponibilità ad andare avanti. Il confronto procede, in attesa di una nuova convocazione del tavolo, ma anche di una verifica della disponibilità della Cai. Lo riferiscono fonti sindacali, al termine dell'incontro di questa sera a Palazzo Chigi. Il governo avrebbe riferito dell'esigenza della Cai di avere un quadro chiaro, se non un primo accordo di massima, prima della riunione del consiglio di amministrazione giovedì. Anche dai sindacati è comunque emersa l'esigenza di verificare se c'é la disponibilità della controparte a rivedere alcuni contenuti del contratto proposto. Intanto i segretari generali hanno confermato al governo la condivisione dell'accordo quadro sugli aspetti legati al piano industriale già raggiunta. E' ora attesa una nuova convocazione per portare avanti il confronto sul nuovo contratto.
Berlusconi: "Ora responsabilità, o è fallimento" "Io mi auguro che ce la faremo. Ora è il momento della vera responsabilità e lo dico a chi indugia e a chi sembra non aver chiaro che l’alternativa è il fallimento e avere 20mila persone per strada. Il fallimento sarebbe colpa solo dei sindacati". Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, interviene in merito alla trattativa Alitalia durante la registrazione di Porta a Porta. A Bruno Vespa che gli chiedeva se allora non ci fossero altre vie, il premier ha quindi ribadito che "non ci sono strade alternative". Il Cavaliere ha poi aggiunto che la Cai è "pronta ad un aumento di capitale". "Non ci sono alternative, il governo ha fatto ciò che aveva promesso. Ha trovato 16 imprenditori che hanno investito un miliardo di euro e messo a punto un piano industriale, in modo tale che la compagnia possa operare in attivo. Questo piano industriale prevede la metà degli esuberi rispetto a quelli che prevedeva Air France e cioè 3.250 in totale".
"Così Alitalia può reggere pochi giorni" Sulla crisi della compagnia il premier è realista e avverte: "E' questione di brevissimo tempo, non di settimane, così può reggere pochi giorni. I soldi sono finiti e per alcuni è una questione di ore, io mi auguro di no, ma comunque è una questione di brevissimo tempo".
"Stipendi uguali ma più produttività" Nel piano Alitalia "non ci sono riduzioni di stipendio, si chiede un incremento di produttività", ha spiegato il premier parlando della questione del personale della compagnia di bandiera. Ai piloti, ha spiegato, viene chiesto "un incremento del proprio orario di lavoro" e in questo modo "ciascuno può mantenere la propria retribuzione".
"Se fallisce non ci sono scusanti" "Non ci sarebbero scusanti ove i sindacati e i piloti non accettassero il piano", ha aggiunto sottolineando che "senza
una presa di responsabilità" la colpa "sarebbe tutta di sindacati e piloti che non vogliono rinunciare a dei privilegi".
Berlusconi ha anche osservato che "il governo credo che abbia fatto interamente ciò che si era impegnato a fare
trovando sedici tra i migliori imprenditori italiani" per la cordata e agevolando "un piano industriale perché la
compagnia possa operare in attivo". "Non voglio
essere malizioso, ma in diverse fasi della trattativa ci sono stati interventi del capo della Cgil che parevano influenzati
dalla politica".
E riguardo alla precedente trattativa don Air France, il premier ribadisce: "Non si è chiusa perché la nostra
parte politica aveva detto che si sarebbe effettuata una svendita a uno dei nostri maggiori concorrenti".
"Partner? Penso a Lufthansa, anche per Malpensa" "La nuova Alitalia potrà fare alleanze anche con compagnie internazionali e, pensando al destino di Malpensa, posso dire che noi guardiamo a Lufthansa. Comunque, tutte le compagnie straniere interessate avranno nel capitale una posizione di minoranza". Berlusconi spiega: "Nello statuto della nuova compagnia si prevede che la posizione di maggioranza per i prossimi cinque anni deve essere ricoperta dagli attuali soci e, comunque, anche dopo questi cinque anni, eventuali cambi devono essere approvati con una maggioranza del 66%. Mi pare, quindi, che l’italianità della compagnia sia garantita". Parlando dunque di accordi con compagnie straniere, aggiunge: "Credo che essere partner con Alitalia sia una cosa che interessi a molte compagnie. Sarà però Alitalia - sottolinea ancora - a decidere con chi allearsi".
Giornata di trattative e tensioni Mancata convocazione, quella delle cinque sigle sindacali autonome che ha fatto scattare la protesta dei dipendenti, in particolare piloti, hostess, steward e personale di terra. "Non è da escludere" che se non arriverà una convocazione immediata da parte del governo le attività di volo di Alitalia saranno a rischio, ha avvertito il coordinatore nazionale dell'Sdl, Paolo Maras.
In corteo a Palazzo Chigi e sit-in a Montecitorio Subito sopo centinaia di lavoratori Alitalia appartenenti a Sdl, Anpac, Avia, Anpav e Up, hanno sfilato pacificamente per via del Tritone dopo aver lasciato la sede del ministero di via Veneto e sono arrivati davanti a palazzo Chigi, poi hanno organizzato un sit-in a Montecitorio. Tra la folla dei lavoratori sfilano hostess, steward, piloti, anche in divisa e lavoratori del personale di terra urlando slogan di protesta contro il governo e i sindacati confederali: "Meglio falliti che in mano a stì banditi", "Chi non salta della Cai è".
Piloti e assistenti, arriva la convocazione "Sentiremo tutti", ha detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, arrivato alla VII conferenza di organizzazione della Uil, ad annunciare le nuove convocazioni. "Daremo loro conto della situazione e dell'avvicinarsi, nei prossimi giorni, della decisione definitiva della società Cai". E la convocazione è arrivata, conferma il presidente dell'Anpac Fabio Berti.
Sacconi: ora condivisione anche sul contratto "I tempi del negoziato si sono esauriti" e ora, dopo la condivisione del piano industriale "è altrettanto importante il contratto aziendale o, quantomeno, i suoi contenuti fondamentali". Così il ministro Sacconi commenta la convocazione per questa sera dei sindacati. "I tempi del negoziato si sono esauriti e ora si tratta di verificare la volontà e la responsabilità di tutti" ricordando "che c'è un’importante condivisione sul piano industriale, l'occupazione che garantirà, i suoi futuri sviluppi, la protezione di coloro che potrebbero non essere rioccupati. Ma ora è altrettanto importante il contratto aziendale". Il ministro ha ricordato che sono gli ultimi giorni prima della decisione definitiva da parte degli azionisti Cai, ricordano che il sì sul contratto "lo chiede l'azienda, è materia delle parti, è l'azienda che chiede contemporaneamente di condividere piano e contenuti fondamentali del contratto collettivo".
Accordo quadro Nella notte da Cgil, Cisl, Uil e Ugl era arrivato un primo sì' al piano per Alitalia: la condivisione di un accordo quadro, limitata al piano industriale, per poi trattare ancora sul nuovo contratto di lavoro. Un documento nato da un confronto non aperto a tutte le sigle, e proprio per questo motivo giudicato "inutile e provocatorio", niente più che "carta straccia", dalle sigle autonome che rappresentano la maggior parte dei piloti e degli assistenti di volo: Anpac, Up, Avia, Anpav e SdL, che con documento unitario contestano "la scellerata messa in scena del sindacato confederale e del ministero del Lavoro tesa a produrre un documento precostituito da sottoporre alle rappresentanze indipendenti del gruppo Alitalia". Scontyro con i confederali, insomma, che si era già manifestato domenica sera.
"E' carta straccia" L'accordo quadro, "è carta straccia" per la Sdl, mentre per i piloti dell'Anpac è "molto grave la chiusura di un accordo senza aver coinvolto le sigle che rappresentano la grande maggioranza dei lavoratori del gruppo Alitalia". Duro l'attacco al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: una gestione "scellerata", per le sigle autonome.
Sacconi soddisfatto Il ministro ha invece giudicato positivamente l'intesa raggiunta dopo ore di confronto con i segretari generali della Cgil Guglielmo Epifani, della Cisl Raffaele Bonanni, della Uil Luigi Angeletti, dell'Ugl Renata Polverini e con i vertici della Cai. L'intesa, ha il ministro del Lavoro, è "una solida base di partenza per il futuro della compagnia di bandiera". Soddisfatto anche il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli: "Una giornata sicuramente faticosa in cui abbiamo raggiunto qualche risultato".
Salgono le assunzioni Dai contenuti dell'accordo quadro emerge che salgono da 11.500 a 12.500 le assunzioni previste nella nuova Alitalia provenienti dalla compagnia e da Air One (1.550 piloti, 3.300 assistenti di volo e 7.650 fra operai, impiegati, quadri e dirigenti). Il piano prevede una capitalizzazione iniziale di un miliardo e l'obiettivo di raggiungere il break even operativo in due anni. Arriveranno 60 nuovi aerei.
L'accordo conferma poi l'impiego alla stabilità dell'azionariato per 5 anni, o al mantenimento del controllo in caso di quotazione in Borsa, comunque non prima di tre anni. E l'obiettivo di un accordo con un partner internazionale che entri con una quota di minoranza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.