Alitalia, Berlusconi avvisa il fronte del no «Più ragionevolezza»

Il presidente del Consiglio a Todi parla della trattativa: «Il piano Fenice? È migliore della soluzione Air France, ma il processo di salvataggio non è ancora ultimato»

Alitalia, Berlusconi  avvisa il fronte del no «Più ragionevolezza»

da Roma

La schiena non gli dà più fastidio. Salite e scalinate adesso non lo mettono in crisi. Ma serve cautela. Come per la vicenda Alitalia. Lunga, faticosa, però ancora aperta. Anche se, a sentire il Cavaliere, basterebbe poco per chiudere la partita. E pur se non avverrà «ad horas», l’auspicio è quello di sempre. Cosa serve per tenere in volo la compagnia di bandiera? «Ragionevolezza». E forse per questo non affonda come in passato, continua a non replicare alle accuse rivoltegli giovedì da Walter Veltroni. Insomma, toni soft. Mentre il leader del Pd, in serata, rilancia: «Quando fu informato del mio lavoro di ricucitura tra le parti, si è impaurito. E mi ha attaccato. A quel punto ho deciso di parlare».
Intanto, però, Silvio Berlusconi esce dalla «tana» di Melezzole, piccola frazione di Montecchio, nel cuore dell’Umbria. E grazie alla fisioterapia e al relax dell’Health center Marc Messegué, il centro benessere al quale si affida da mercoledì, si presenta a sorpresa nel centro storico di Todi. Passeggiata tra le viuzze, visita alla chiesa di San Fortunato. Avverte i cronisti di non voler rilasciare dichiarazioni, poi però si lascia andare. Non si espone sull’esito della trattativa con piloti e sindacati in corso a Palazzo Chigi, affidata sempre al fidato Gianni Letta, con cui assicura di tenersi in costante contatto. Ma subito dopo «irrompe» a un convegno dei Popolari-Liberali - movimento guidato dal sottosegretario Carlo Giovanardi - dal titolo: “Pdl, svolta possibile e decisiva”.
Il premier non resiste. E parla a lungo. Tiene quasi un comizio. Alitalia, ma anche giustizia, rifiuti, federalismo fiscale, sicurezza. Senza dimenticare il tema portante dell’incontro. Sulla prima questione, sottolinea: «Auspico che si possa passare dalla irragionevolezza alla ragionevolezza, e che si possa così avere ancora una compagnia di bandiera, con l’alleanza di alcuni partner stranieri, ma mantenendo in minoranza le grandi compagnie internazionali». Poi ricorda l’impegno preso con gli elettori, affinché Alitalia rimanesse italiana. Certo, «non è ancora ultimato questo faticoso processo, che ha visto impegnati sedici fra i maggiori imprenditori italiani», spiega. Ma se fosse andata in porto la proposta d’acquisto di Air France - chiede alla platea - «dove pensate che avrebbe portato milioni di turisti che si prevede arriveranno in Italia? A Todi o nel castelli della Loira?». La risposta? «È scontata». Ciò non vuol dire che ci siano attriti con l’Eliseo. Anzi, con Nicolas Sarkozy («stamane ho ricevuto una sua lettera», informa), «c’è armonia totale». E «finalmente siamo tornati alla grande cooperazione con un Paese che ci è così vicino».
Si passa alla riforma della giustizia, obiettivo che - rimarca Berlusconi - il governo è pronto a realizzare. «I Pm - dichiara nella sala del Consiglio comunale - si chiameranno avvocati dell’accusa e avranno carriere separate dai magistrati giudicanti». Adesso, però, va fatto «un passo in avanti» anche sul fronte civile: «I tempi dei processi si sono addirittura allungati e per questo la riforma sarà legge della Repubblica entro quest’anno». Intercettazioni? «I Pm non potranno più intervenire per controlli a telefonate per qualsiasi reato e dovranno rispettare la privacy».
Sul versante sicurezza, il premier sottolinea: «È stato un passo importante usare le forze armate, tanto che continueremo su questa strada». I benefici del federalismo fiscale li spiega così: «Rispetto al Veneto e alla Lombardia, in Sicilia e in Sardegna si spende il 40% in più. La soluzione è anche la privatizzazione di molti ospedali pubblici». Capitolo rifiuti. A Napoli «bisogna completare il ciclo di raccolta e i quattro termovalorizzatori». E il premier annuncia: «Vado mercoledì per far partire il secondo e il terzo». Ma la questione, avverte, non riguarda solo la Campania: servono interventi «anche in altre Regioni, in cui la situazione è delicata».
Non poteva mancare, dinanzi a un’assemblea di cattolici, un riferimento alla famiglia. «Per noi, nonostante questa pretesa modernità - spiega - è sempre e soltanto quella che la tradizione cristiana e la nostra Costituzione ci indicano, formata da un uomo e da una donna che allevano figli».
Si chiude con il Pdl. Il congresso, afferma, «pensiamo si terrà nel mese di marzo, per arrivare alle prossime Amministrative come un vero movimento politico e non solo come alleanza». Con il Popolo della libertà, aggiunge il Cavaliere, «siamo riusciti a superare i particolarismi che c’erano in precedenza».

E adesso, ricorda a un consigliere comunale di An, «dobbiamo trovare il modo di non litigare, perché c’è gloria e posto per tutti». D’altronde, fa notare, «siamo al 44%» e «segneremo la storia d’Italia per i prossimi decenni».

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