Alitalia, Fiumicino sospeso tra incertezza e speranza

La questione Alitalia preoccupa gli enti locali per le pesanti ricadute che rischia di avere a Roma e in tutto il Lazio, e per il temuto ridimensionamento di Fiumicino. Ieri il presidente della Regione Piero Marrazzo e il presidente del consiglio regionale Guido Milana hanno deciso che alla vicenda sarà dedicata una seduta straordinaria del Consiglio regionale, con la presenza del sindaco di Roma, del sindaco di Fiumicino e del presidente della Provincia di Roma. Inoltre Marrazzo ha annunciato che la prossima settimana sarà convocato un tavolo con i rappresentanti delle parti sociali e degli enti locali sulla questione Alitalia. Dopo questa riunione, il presidente Marrazzo chiederà un incontro al governo «per manifestare in quella sede la propria contrarietà - si legge ancora - a misure che minacciano gravi conseguenze per Roma e per l’intero territorio laziale, e per sollecitare provvedimenti che portino a non penalizzare i lavoratori e i cittadini della Regione».
E anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha chiesto un incontro immediato al governo «per valutare l’impatto che il piano di ristrutturazione di Alitalia avrà su Roma». Il sindaco della capitale ha ricordato che l’impegno del Comune di Roma «è quello di difendere il valore dell’hub di Fiumicino e i livelli occupazionali del territorio, senza creare polemiche preconcette e strumentali sulla pelle di ciò che rimane della compagnia di bandiera e sui lavoratori». Un sì all’incontro arriva dal ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, secondo il quale la richiesta di Alemanno è legittima e sarà esaudita «non appena su Alitalia avremo il quadro completo».«Speriamo che Alemanno alzi la voce, difenda a spada tratta gli interessi di Roma e dei tanti lavoratori - si augura il segretario regionale dell’Udc Luciano Ciocchetti - il cui destino appare sempre più incerto e concordi una posizione comune con il sindaco di Fiumicino Canapini. Sulla vicenda Alitalia c’è assoluto bisogno di chiarezza. Sugli esuberi si leggono cifre diverse, ma è chiaro che andranno a colpire soprattutto i lavoratori dello scalo di Fiumicino».
Fuori del coro il senatore del Pdl Andrea Augello: «È curioso che tutti abbiano qualcosa da dichiarare sul piano industriale Alitalia senza che nessuno abbia ancora potuto leggerlo». «Prima di immaginare conseguenze devastanti per Fiumicino - aggiunge Augello - o di dichiararsi fideisticamente entusiasti delle decisioni assunte dal governo bisogna leggere le carte e, credo, attendere di conoscere chi sarà il partner internazionale della nuova Alitalia». Augello ha sostenuto di apprezzare «la prudenza e la fermezza del sindaco Alemanno e del presidente Marrazzo, che si sono limitati a esprimere preoccupazione e a chiedere un immediato confronto con Palazzo Chigi. Bisogna farli lavorare creando intorno al nostro scalo aeroportuale non solo un’indispensabile coesione di tutte le istituzioni locali interessate, ma anche la più ampia convergenza politica nella comune volontà di assicurare centralità a Fiumicino». «Se fosse possibile rinviare le polemiche a un secondo momento, magari successivo al delicato confronto con il Governo e con la nuova Alitalia che ci attende - ha aggiunto - sarebbe un bene per tutti a cominciare dai lavoratori interessati. Considerare pregiudizialmente questa situazione peggiore rispetto allo sfacelo che si era determinato con il piano Air France mi pare, comunque, infantile e persino grottesco».
E nello scalo romano c’è un clima di incertezza e preoccupazione tra i lavoratori Alitalia all’aeroporto di Fiumicino. «Tra di noi, non ce lo nascondiamo, ci sono incertezza e timori - dice un addetto della Divisione Motori - non sappiamo ancora se finiremo nella nuova compagnia o nella bad company: dipenderà, crediamo, dal commissario; ma non sapere a chi appartenere non ci fa star tranquilli».

Un altro lavoratore: «Leggiamo che comunque la ricollocazione eventuale sarà garantita a tutti, ma qui ci sono molti capifamiglia mono reddito, con un mutuo sulle spalle, e ricominciare spaventa un po’: quali garanzie ci sono?».

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