Roma - Silvio Berlusconi non molla la presa sull’Alitalia. E con il titolo sospeso in Borsa ed a pochi minuti dalla chiusura, ribadisce che «fra qualche giorno si concretizzerà la cordata di imprenditori interessati» alla compagnia aerea. Ma a questa cordata parteciperanno anche i figli? «Nemmeno per sogno - aggiunge il Cavaliere -. Vieterei ai miei figli di partecipare in qualunque modo». Soprattutto dopo «le strumentalizzazioni che la sinistra ha fatto».
Da quel che fa capire, Berlusconi sa chi sono gli imprenditori che hanno dato una loro disponibilità alla cordata. «Non faccio i nomi - spiega - per ragioni di riservatezza, ma fra qualche giorno verranno conosciuti da tutti, perchè faranno certamente un’offerta impegnativa». E di certo - precisa - «ci dovrà essere una banca importante che assisterà» i protagonisti dell’operazione.
Secondo Berlusconi, la nuova cordata «chiederà di avere tre o quattro settimane di tempo, Air France ha avuto sei mesi, per poter valutare la situazione: fare una due diligence (una verifica dei conti, ndr) e presentare una nuova offerta impegnativa». L’obbiettivo di fondo - osserva il Cavaliere - è che «non vogliamo perdere la compagnia di bandiera. Diciamolo chiaro: non vogliamo farci colonizzare dai francesi, non possiamo permettercelo ed allora dobbiamo fare tutti il tifo per un’Alitalia italiana».
Secondo il leader del Pdl, Air France ha rivisto al rialzo l’offerta «dopo il mio intervento». «I francesi hanno cambiato posizione per il mio intervento. Si è passati - osserva - da condizioni che avevamo definito inaccettabili ed irricevibili, ad oggi che l’Air France si dichiara disponibile ad una nuova trattativa». Anche Giulio Tremonti fotografa «un cambiamento della trattativa. Si era partiti dal signor Spinetta che presentava come ipotesi indiscutibile “prendere o lasciare”, mentre ora dice “non lascio e cambio”». L’ex ministro dell’Economia rileva che «l’opposizione ed il sindacato hanno fatto quel che sembrava giusto. Se prosegue la trattativa con Air France noi non siamo affatto contrari, ma abbiamo detto che sarebbe bello e giusto se ci fosse un’altra offerta: una di quelle scartate finora, che ritorna».
E Gianfranco Fini commenta: «In una fase in cui tutto si muove, l’unico che resta intransigente a dire che tutti si deve chiudere entro il mese è il ministro dell’Economia, Padoa-Schioppa».
Decisamente contrario ad un allungamento dei tempi chiesto da Berlusconi è Guglielmo Epifani. «Non possiamo aspettare mitiche cordate», commenta il segretario della Cgil. Più aperturista Raffaele Bonanni. «Aspettiamo di vedere», osserva il leader della Cisl. «Per il momento trattiamo con l’unico in campo, che se modifica il piano può garantirci un riferimento positivo. Ma se ci saranno altre cordate che offriranno il meglio, tutti, a partire dal governo, daranno il benvenuto. Soprattutto se daranno garanzie su Malpensa, la madre di ogni esubero». Osservazione che trova Roberto Maroni (Lega) perfettamente d’accordo: «A noi interessa solo che fine fa Malpensa. Con Air France faceva una brutta fine». Roberto Calderoli sembra dare credito a Berlusconi. «Se dice che c’è una cordata, io credo più a lui che come imprenditore ha creato un’azienda che fa miliardi e che dà lavoro a 55 mila persone, piuttosto che ad un perito cinematografico baby pensionato». Umberto Bossi dice: «Bisogna venderla per forza: è difficile che si possa non vendere ad Air France, chi è che la mantiene?», ma si augura che Berlusconi riesca a convincere gli imprrenditori.
Ma chi farà parte della cordata individuata da Berlusconi? Per il momento, l’unico a dare ufficialmente la propria disponibilità è Terravision, la società inglese leader nei collegamenti aeroportuali. Ma a condizione che nell’operazione rientrasse anche Air One ed altri esperti del settore. Il sito Dagospia ha riferito del possibile interessamento della famiglia Benetton. Ipotesi che non trova commenti ufficiali a Mogliano Veneto.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.