Alitalia, passano le regole per salvare Malpensa

Sembra un po’ surreale, ma proprio mentre il cda di Air France, a Parigi, dava l’ok all’offerta per l’ingresso nel capitale di Alitalia, da Francoforte giungeva ancora qualche timido e vago sussulto: «Non abbiamo fatto ancora nessuna offerta, ma siamo sempre in tempo». Un colpo di scena che a questo punto sembra praticamente impossibile; ma la caparbietà teutonica nel ripetere sempre le stesse dichiarazioni poco convinte e poco convincenti non fa che confermare che in gioco con i tedeschi c’è qualcos’altro; e da qui la loro intenzione di stare fino all’ultimo al gioco delle forze del Nord.
Parallelamente, ieri, la maggioranza ha varato un emendamento al decreto anticrisi contenente norma «salva Malpensa» fortemente volute dalla Lega e che in precedenza, alcune settimane fa, non aveva avuto esito. Il testo impegna il ministro dei Trasporti e quello degli Esteri a rivedere «entro 30 giorni» alcuni accordi bilaterali «per ampliare il numero dei vettori ammessi a operare sulle rotte internazionali e intercontinentali», allo scopo di colmare i vuoti lasciati da Alitalia. «È fondamentale che Malpensa tenga, io penso che possa tenere», ha detto ieri il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che fino al giorno del commissariamento è stato l’azionista di maggioranza della compagnia. Sui bilaterali, da registrare anche una piccola polemica Enac-Sea; l’ente prima ha avvertito: occorre anche l’ok dell’Ue. Replica della Sea: non è vero, la titolarità degli accordi è statale.
Ieri dunque a Parigi si è consumata una delle ultime tappe del lungo processo di avvio della compagnia: il consiglio di Air France ha varato i termini dell’offerta che lunedì sarà accettata dal consiglio di Alitalia. Parigi acquisterà il 25% per 310 milioni, e sarà fortemente rafforzata la collaborazione industriale. Le linee del piano industriale di Alitalia sono del resto già improntate alla partnership con i francesi, tanto che alcuni critici (come l’assessore ai Trasporti della Lombardia, Raffaele Cattaneo) sottolineano che «il vero hub non è in Italia, ma è il Charles de Gaulle». La spiegazione sta nei numeri: 99 voli alla settimana da Roma (60) e da Milano (39) per Parigi, contro i 12 più 12 verso Francoforte.

Lunedì è in calendario il cda di Alitalia che accoglierà l’offerta; alla fine, il presidente Roberto Colaninno e l’ad Rocco Sabelli illustreranno i dettagli dell’accordo con i francesi e il piano industriale. Per la serata dello stesso lunedì 12 è previsto poi il definitivo e formale «passaggio di consegne» della compagnia dal commissario Augusto Fantozzi alla nuova società.

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