Roma - Alitalia, fine della corsa, decollo della nuova compagnia abortito. L'assemblea della Cai ha infatti, su proposta del presidente Roberto Colaninno, di ritirare all'unanimità l'offerta per per la compagnia aerea. Decisione presa dopo che Cgil e sindacati autonomi di piloti, assistenti di volo e personale di terra, non hanno accettato il piano che era stato invece approvato da Cisl, Uil e Ugl. Anzi, avevano tentato un rilancio chiedendo un nuovo incontro e avanzando una controproposta, sostenendo che l'intesa sarebbe stata possibile con un breve negoziato. E' l'epilogo di una giornata drammatica per sorti della compagnia aerea, giornata in cui è arrivato anche l'annuncio della prima cassa integrazione a rotazione per oltre 4.300 dipendenti, dopo che con il piano Prato sono stati messi a terra 34 aerei.
Cai: ritiro deciso all'unanimità "L’assemblea di Cai ha deciso all’unanimità di ritirare l’offerta presentata al commissario di Alitalia per l’acquisto di attivi dalla stessa posseduti". È quanto si legge in una nota emessa al termine dell’assemblea di Cai. "Una delle condizioni più importanti di tale offerta - si legge nella nota - era costituita dal raggiungimento di un largo accordo sindacale sul piano industriale della Nuova Alitalia e sul contratto di lavoro da dare alla nuova compagnia aerea. Tale accordo non è stato raggiunto, come dimostrato dalle sole tre lettere di accettazione ricevute da Cisl, Uil e Ugl. La drammatica situazione di Alitalia, molto peggiore di quella che aveva dato luogo ad altre offerte di acquisto in passato, e dei mercati internazionali, non permette di allungare ulteriormente una trattativa che è stata approfondita e che ha portato a numerose concessioni. Ulteriori concessioni e dilazioni metterebbero irrimediabilmente a rischio la realizzazione del piano".
"Profonda delusione" "Cai esprime la più profonda delusione nel constatare che non si è realizzata la prima e principale condizione del progetto Nuova Alitalia che avrebbe permesso la nascita di una nuova compagnia aerea competitiva malgrado il momento molto difficile per il settore aereo e per l’economia in generale".
Passera: "Un gran peccato..." "Un gran peccato", così l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera ha commentato gli sviluppi della vicenda Alitalia, al termine dell’assemblea Cai. Passera ha lasciato palazzo Clerici a Milano, dove si è svolta l’assemblea, per ultimo.
Berlusconi: responsabilità pesanti di piloti e Cgil "La situazione è drammatica e potremmo essere di fronte a un baratro", commenta il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dopo la conferma del ritiro dell'offerta della Cai. Ma, conversando con i giornalisti sotto palazzo Grazioli, tiene a sottolineare che "ci sono pesantissime responsabilità della Cgil e dell’associazione piloti che valuteremo". A chi gli chiede se si tratti di una responsabilità che può essere definita politica, il premier risponde "sì" e aggiunge: "Non vorrei che questa fosse la soluzione che qualcuno ha auspicato". Ai giornalisti che insistono nel chiedergli se a questo punto ci sia rischio di fallimento, Berlusconi risponde: "Ora voglio approfondire la situazione".
Epifani replica: è scontro "Non vogliamo fare il capro espiatorio": non appena ha appreso la notizia ufficiale del ritiro dell’offerta da parte di Cai, il leader della Cgil Guglielmo Epifani non ci sta a farsi scaricare addosso la colpa del fallimento della trattativa per Alitalia. "La Cgil - ha detto - si è assunta per intero le proprie responsabilità per evitare il fallimento di Alitalia. Piuttosto che cercare capri espiatori, il governo e il presidente del Consiglio si assumano le proprie responsabilità".
Poi il leader Cgil si difende: non decidiamo per i piloti La Cgil ha espresso sul piano di salvataggio di Alitalia "una sottoscrizione inequivoca per le parti di sua rappresentatività", Epifani spiega si difende spiegando che, per quanto riguarda piloti e assistenti di volo, non poteva prendere una posizione "per un problema di democrazia sindacale: decide il 51% dei lavoratori. E le sigle confederali, tutte insieme, hanno una rappresentatività di gran lunga al di sotto di questa soglia". La posizione della Cgil rispetto al piano della Cai è stata quindi quella di aver "firmato per quello che riguarda la nostra rappresentatività, e ipoteticamente entro questi limiti firmeremo ancora". "Di fronte a questa ipotesi di precipizio bisogna usare la testa, avere senso di responsabilità: bisogna in tutti i modi evitare il fallimento". Ora Epifani si appella al governo perché percorra "tutte le strade che consentano di trovare una soluzione. In tutte le direzioni, quelle che c'erano e sembra non ci siano più, e quelle che si possono trovare di nuove. Non credo - aggiunge - che far venir giù le macerie possa servire a qualcuno, non serve certo ai lavoratori ma non servirebbe neanche al Paese che non può permetterselo". Il futuro di Alitalia, dice, "é una questione di interesse nazionale di prima grandezza".
Sacconi: aperta la strada del fallimento "Ora, per i lavoratori interessati e per il Paese, si apre la strada che porta al fallimento di tutte le società del gruppo Alitalia, perché il commissario ha una limitata liquidità e ha il vincolo della migliore tutela dei creditori ,per cui è probabile sarà obbligato ad avviare le procedure per la messa in mobilità dei dipendenti", dice il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. "Purtroppo - aggiunge - il venir meno degli accordi fa cadere il rifinanziamento dello speciale fondo per i lavoratori del trasporto aereo (che integra gli ammortizzatori sociali fino all’80% del loro reddito), che allo stato delle cose è risultato avere una modestissima capienza".
L'Anpac: ora intervenga il premier "Il presidente Berlusconi sicuramente interverrà, dovrà farlo perchè c’è un problema di mobilità del Paese", dice il presidente dell’Anpac, Fabio Berti. "Abbiamo sempre voluto la mediazione di Berlusconi. Se la partita è chiusa non sappiamo come possa intervenire ma sicuramente dovrà farlo. Spero che lo faccia nel modo giusto e giusto vuol dire conoscere i problemi e sapere dove intervenire, non solo sul lavoro". Il ritiro dell’offerta da parte di Cai "è gravissimo" dice il leader dei piloti, sottolineando che le sei sigle che non si sono espresse sul progetto "hanno fatto ancora un passo avanti". Ora i piloti si preparano ad affrontare la situazione dell’azienda in assenza di soluzioni sul tavolo, ma "garantiamo che i dipendenti faranno di tutto perché la compagnia possa sopravvivere il più a lungo possibile, sperando che nel frattempo si trovi un’altra soluzione".
Angeletti: una catastrofe "È chiaro" che di fronte al ritiro dell'offerta "siamo di fronte ad una catastrofe sociale per i lavoratori" ma anche di fronte ad una "catastrofe sindacale", ha detto invece il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. "L’azienda era morta e qualche mio collega si accinge a fare il becchino".
Bonanni: per colpa di pochi pagheranno in tanti E' deluso e preoccupato anche il leader della Cisl Raffaele Bonanni. "Si è giocato alla roulette russa e questo prevede che in alcuni casi parta qualche colpo". In ogni caso, ha proseguito, "speriamo che la situazione possa essere recuperata. Qualche cosa il governo dovrà dirci. Spero che entro questa sera ci lascino qualche spiraglio per avere un minimo di speranza". "Spero che Alitalia non fallisca", auspica più tardi Bonanni, ma "fare presto perché mentre il medico studia, l'ammalato muore. Non siamo solo dichiaratori, noi facciamo gli accordi".
Epifani (prima dell'assemblea) a Colaninno: andate avanti La Cgil "conferma il proprio impegno perché sia evitato il fallimento" di Alitalia e chiede al presidente della Cai, Roberto Colaninno, "la determinazione per andare avanti". Il segretario della Cgil ha scritto così a Roberto Colaninno prima dell'assemblea della Cai. "Le confermo la nostra adesione e la nostra firma all’accordo quadro concluso nella notte di domenica e ritengo che l’adesione pressochè generale che oggi si registra su quel testo sia anche il segno di come un confronto serio sul merito avrebbe potuto e potrebbe ancora allargare l’area del consenso". Lettera di "apertura" arrivata fuori tempo massimo.
Licenze, l'Enac convoca Fantozzi Il presidente e il direttore generale dell’Enac, Vito Riggio e Silvano Manera, hanno convocato lunedì il commissario straordinario Augusto Fantozzi, per verificare il permanere dei requisiti per il mantenimento delle licenze rilasciate dall’Ente a Alitalia, Alitalia Express e Volare, in base a quanto previsto dai regolamenti comunitari.
Il commissario: volerà finché ci saranno soldi Il commissario straordinario Fantozzi continua a lavorare, dopo il ritiro di Cai, per garantire la continuità aziendale della compagnia aerea ed è in contatto con le società internazionali che avevano espresso interesse a rilevare quote di minoranza di Alitalia. Lo riferiscono fonti vicine a Fantozzi. British Airways, Lufthansa e Air France-Klm hanno manifestato un interesse ad entrare con una quota di minoranza solo se fosse andata a buon fine la trattativa con Cai. Ma la situazione resta gravissima e Alitalia volerà finchè ci saranno i soldi per farlo, poi aerei a terra: "Lo prevede la legge e io rispetterò la legge". Fantozzi, risponde così in onda su RadioCity di Radiouno. Quanta sia l’autonomia della compagnia, aggiunge Fantozzi, è "difficile dire. Da un lato calano i passeggeri anche per tutta la bagarre che si è fatta. Dall'altro crescono le spese. Molto dipende da come andranno le cose nei prossimi giorni".
L'Anpac: domani si vola "Assolutamente sì". Lo ha detto il vicepresidente Anpac, Stefano De Carlo, intervistato dal Skytg 24. De Carlo ha anche escluso altre forme di agitazione sindacale.
Vertice a Palazzo Chigi, contatti con Cai E' terminata la riunione a Palazzo Chigi con Gianni Letta, Altero Matteoli e Maurizio Sacconi durante la quale è stato fatto il punto su Alitalia. All'incontro erano presenti anche il commissario Augusto Fantozzi e il presidente dell'Enac Vito Riggio. Una riunione nel corso della quale c'é stato anche un lungo contatto telefonico con i vertici della Cai. Fantozzi e i ministri interessati torneranno a fare il punto sulla situazione della compagnia di bandiera lunedì. Tre giorni che serviranno anzitutto per capire se vi sono ancora margini per una intesa che salvi il piano della Cai. Al momento, infatti, secondo fonti governative, non vi sarebbero alternative alla cordata di Colaninno se non quella del fallimento. Ma se è vero che Cai ha ritirato l'offerta, è altrettanto vero che la cordata non si è sciolta.
Cassa integrazione per il fermo di 34 aerei Intanto in mattinata Fantozzi ha inviato le lettere per la cassa integrazione resasi necessaria per il fermo di 34 aerei: il provvedimento riguarderà 831 piloti per 12 giornate lavorative al mese, 1.383 assistenti di volo (qualificati) per 10 giornate lavorative al mese e 2.072 dipendenti di terra per 6 giorni al mese. Il provvedimento riguarda il personale degli aerei messi a terra sulla base del piano Prato.
L'ultima mossa di Cgil e piloti: controproposta I sindacati che a differenza di Cisl, Uil e Ugl avevano detto no al piano della Cai, in giornat dopo una vertice si erano detti pronti a rivedere la struttura dei salari "tale da consentire l’invarianza delle condizioni retributive in presenza di un aumento del contrattato della produttività".
Il bluff: ora Cai dica sì o no "Non siamo più noi a dover dare una risposta, è la Cai a dover dire si o no", ha spiegato il leader dei piloti dell’Anpac, Fabio Berti. Se invece la Cai ritirerà l’offerta per gli asset di Alitalia "ne prenderemo atto e passeremo ad affrontare lo scenario successivo. Ci sarà solo il commissario ed una grave crisi di liquidità da gestire". I dipendenti daranno il loro contributo "con tutti i sacrifici che possono fare, anche con la disponibilità a toccare gli stipendi". Insomma, Berti spiega quello che sembra un contro-ultimatum che si può sintezzare così: noi abbiamo fatto passi avanti, quello che vogliamo è una proposta contrattuale più ampia". E il presidente dell'Up aggiunge: "Se la Cai ritirerà l'offerta i piloti non fermeranno gli aerei ma voleranno il doppio".
L'ultimo avvertimento di Sacconi Se non si chiude la trattativa "credo che la via obbligata sarà quella del fallimento". E questa "non è una minaccia per convincere i piloti" ad accettare il piano, ma è una realtà, perché non ci sono alternative alla proposta di Cai che, "credo non offrirà di più". Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, partecipando in mattinata a "Panorama del giorno" di Maurizio Belpietro, non si era sbilancia sull’epilogo della vicenda e aveva lanciato un ultimo, serio avvertimento. "Difficile prevedere cosa accadrà. Credo che il futuro di Alitalia sia veramente appeso ad un filo. Da un lato si è registrato il consenso di importanti organizzazioni confederali, Cisl,Uil e Ugl, dall’altro si è registrata una strana saldatura tra le associazioni professionali autonome dei piloti e degli assistenti di volo con la Cgil. Adesso questi hanno annunciato che presenteranno una controproposta ma non c’è più margine di trattativa".
I nodi dello scontro Ma qual è il punto che non si riesce a superare? Gli stipendi, il maggior numero di rotte e di aeromobili: tre caselle sulle quali Sacconi ha detto la sua: "La proposta Cai - osserva - è quella di ottenere lo stesso salario con un aumento delle ore lavorate. Lavorando di più ragionevolmente i piloti raggiungono lo stesso livello di reddito sulla base anche di una migliore organizzazione del lavoro". Quanto agli altri due punti, "la società ha più volte spiegato che questo fondamentale contenuto del piano industriale non è modificabile perché è il frutto di una accurata valutazione di quale possa essere la base di partenza della nuova Alitalia sulla base anche della capitalizzazione della società, del piano d’investimenti realizzato, poi sono state indicate le linee di crescita delle rotte e quindi dell’operatività degli aeromobili e quindi anche delle assunzioni di piloti e assistenti.
Questa non può che essere la base di partenza". Per conoscere l’esito della vicenda Alitalia bisogna solo "aspettare e vedere" e, nel caso Cgil e piloti dovessero dire no all’ultima proposta di Cai "non ci sono piani alternativi".
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