Milano - Al sesto piano del palazzo della Magliana, sede dell’Alitalia, non si avverte né la tensione dell’ultima ora né aria di rinvio (che negli ambienti politici, peraltro, si adombra ancora: ma se anche così fosse, il presidente Prato assicura: non mi dimetto). Il consiglio sceglierà oggi quale dei due dossier tenere sul tavolo, ma la decisione sembra già presa. Per Air France si è impegnato in prima persona il presidente Maurizio Prato e lavorano i manager della prima linea; sul fronte politico l’asse filofrancese Prodi-Padoa-Schioppa ha un peso specifico superiore alle alleanze - Confindustria, D’Alema, Veltroni, Rutelli, forze politiche lombarde - che si sono spese per Air One. Il destino di Alitalia, del resto, fa parte di discorsi governativi più ampi, che coinvolgono soprattutto il settore dell’energia. Esplicitamente pro-Air France anche i piloti, da sempre, mentre gli altri sindacati - che minacciano azioni se non saranno coinvolti - non si sono pronunciati palesemente per uno dei concorrenti.
Che nelle ultime ore si sia rafforzata la proposta francese - ufficializzata ieri mattina con un comunicato diffuso prima dell’apertura delle Borse - è apparso chiaro anche dall’attenuazione di alcune posizioni. Il ministro Bianchi, per esempio, ha detto salomonicamente: «Due proposte entrambe interessanti». Fino all’ossimoro di Veltroni: «L’ideale sarebbe che le offerte di Air France e di Air One si incrociassero».
Ieri Carlo Toto (Air One) e Corrado Passera (Intesa Sanpaolo) hanno illustrato i dettagli del loro piano, di cui si riferisce qui a fianco. Da Parigi sono stati confermati i punti già anticipati da Jean Cyril Spinetta: un’offerta di scambio per il 100% delle azioni Alitalia, valutate 35 centesimi, da trasformare in azioni della holding Air France-Klm; un taglio del personale «non superiore a quello previsto dal piano Alitalia»; un unico hub a Fiumicino, con un ruolo comunque intercontinentale per Malpensa; l’acquisto del 100% delle obbligazioni convertibili; un aumento di capitale immediato da 750 milioni; un rinnovamento profondo della flotta. E al Tesoro andrebbe il 3% del capitale della holding di Parigi. Il tutto con la «determinazione a sostenere il risanamento e il rilancio di Alitalia». Va ricordato che tra le due compagnie già esistono intese commerciali difficili da smontare e da ricostruire in breve con altri.
In Borsa ieri Alitalia ha nuovamente mosso in picchiata, meno 5,4% a 0,71 euro, in parallelo con Air France a Parigi, che ha risentito pesantemente dell’affondo sulla compagnia italiana: meno 3,57% a 23,22 euro. Il tempo stringe: Alitalia a fine anno si troverà in cassa non più di 300 milioni, alla vigilia del bimestre più difficile dell’anno.
Curiosa coincidenza: Air France sposa il piano messo a punto da Maurizio Prato alla fine di agosto; Prato ricambia la cortesia dicendo che il piano di Air France coincide con quello di Alitalia. La realtà, come abbiamo più volte scritto, è che il piano di Alitalia è stato redatto in stretta collaborazione con Parigi proprio nell’ottica di un destino già segnato. La decisione del Cda Alitalia viene presa all’antivigilia dell’incontro romano tra Romano Prodi e il premier francese Nicolas Sarkozy, in programma giovedì; venerdì, poi, si riunirà il consiglio dei ministri che potrebbe dare l’avallo definitivo al proseguimento della trattativa con l’offerente prescelto.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.