Economia

Alitalia, lo sciopero slitta a settembre

Deutsche Bank parteciperà alla ricapitalizzazione e auspica la conferma di Banca Intesa

da Milano

Colpo di scena nella vertenza Alitalia: la mediazione salta e lo sciopero resta (anzi potrebbe essere esteso a tutti i trasporti), ma la data slitta al 6 e 7 settembre, giusto al termine della franchigia estiva. «Non intendiamo essere il capro espiatorio dei problemi della compagnia, come vorrebbe Giancarlo Cimoli», ha detto Paolo Maras, segretario nazionale del Sult, il sindacato “ribelle” degli assistenti di volo che proprio il numero uno di Alitalia ha escluso dalle trattative. «Un errore che ho cercato di correggere - ha detto ieri il ministro del Welfare, Roberto Maroni, uscendo dall’ultimo incontro con il Sult -. Una scelta inopportuna, senza precedenti, che sicuramente aggiungerà problemi». Opinione opposta a quella del ministro per le Politiche agricole Gianni Alemanno, per il quale Cimoli «va appoggiato».
Maroni ha poi smentito contrasti all’interno del governo, ma proprio ad Alitalia aveva attribuito, poco prima dell’annuncio sindacale, il fallimento del tentativo di mediazione da lui tenacemente portato avanti in questi giorni per scongiurare lo sciopero del 30 e 31 agosto, e la conseguente precettazione. L’ultimo confronto era stato con il presidente del Consiglio Berlusconi, il ministro dell’Economia Siniscalco, e il sottosegretario Gianni Letta. «Mi hanno manifestato la disponibilità a discutere la situazione del settore aereo, petrolio, piano industriale e relazioni sindacali nel Consiglio dei ministri del 2 settembre. Il presidente di Alitalia invece, ha riconfermato la decisione di sospendere i diritti sindacali del Sult per cui la situazione non si è sbloccata», ha detto Maroni.
Invece, il colpo d’ala dei “ribelli” ha cambiato lo scenario. Mentre il sindacato incassa le congratulazioni del ministro dei Trasporti Pietro Lunardi «per il senso di responsabilità dimostrato» e l’auspicio di un’intesa, il dossier Alitalia finisce sul tavolo del governo. Il 2 settembre se ne occuperà il Consiglio dei ministri, ma già la prossima settimana Maroni aprirà un’indagine sul “giallo dei contributi”. Secondo l’Inps, infatti, ha spiegato il ministro del Welfare, nel fondo integrativo per la cassa integrazione per i dipendenti del trasporto aereo, ad oggi mancano 23 milioni di euro dei 25 che dovevano esserci. «Giovedì incontrerò le società del trasporto aereo e degli aeroporti - ha detto Maroni - per capire dove sono finiti questi soldi». Al momento infatti né gli aeroporti né le compagnie aeree hanno confermato di custodire queste somme .
E Palazzo Chigi si sta occupando anche del piano industriale. Che «rimane quello che è», ha detto Maroni: «Lo ha confermato il ministro Siniscalco». Riscrittura chiesta dalle banche? «A me non risulta che sia così - ha spiegato il ministro del Welfare -. È stata Alitalia a informare le banche che il piano potrebbe essere aggiornato in base all’aumento del costo dei carburanti». A questo proposito, Alitalia conferma di avere già messo in atto misure per rispondere al caro-barile. Intanto, Deutsche Bank ha confermato che, avendo firmato una lettera d’intenti per partecipare alla ricapitalizzazione della compagnia, intende rispettarla e che Banca Intesa potrebbe confermare il suo coinvolgimento.

A piazza Affari il titolo Alitalia ha chiuso in leggera crescita (più 0,79%).

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