Alitalia, ultimatum di Toto ai sindacati

Nei piani di Marchionne il calo era previsto entro la fine dell’anno

da Milano

I sindacati parlano, senza giri di parole, di «ricatto». Carlo Toto, presidente di Air One, sta spingendo «a tutti i livelli» per ottenere un accordo con i dipendenti dell’Alitalia, preliminare all’offerta vincolante. Il tempo stringe: il 23 luglio, giorno della scadenza, è lunedì prossimo, e dovrebbe essere lo «stop» definitivo alla gara. Anche se ieri, per la verità, hanno cominciato a circolare voci di una nuova proroga dei termini: che sarebbe tuttavia difficile da giustificare. Il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, ieri ha detto: «La vicenda sarà chiusa entro l’estate». Finora aveva detto: entro luglio.
Ma in che cosa consiste il pressing di Toto sui sindacati? Chiede un impegno a tre livelli: un contratto decennale per la parte economica, quinquennale per la parte normativa, e un impegno triennale a non scioperare. Fonti sindacali che preferiscono rimanere anonime assicurano: nessuno di noi firmerà. L’Sdf-Sult è già in fermento, i piloti pronti alla guerra: se le sigle sindacali hanno matrice e logica politica, i piloti hanno una logica professionale (leggi: corporativa), e sono più difficilmente imbrigliabili.
Toto pone questo accordo come condizione preliminare alla presentazione del piano industriale; e sollecita risposte in tempi brevi, perché il piano deve recepirle. In caso contrario - qui il «ricatto» - potrebbe decidere di non presentare l’offerta, incolpando i sindacati. La pace sindacale è, insieme al tema Antitrust, una delle condizioni poste da Toto al Tesoro per sottoscrivere il contratto di compravendita. Il Tesoro non può garantire per parti terze (i sindacati), così la garanzia Toto se la sta cercando direttamente.
Le organizzazioni che rappresentano i lavoratori dell’Alitalia sono in allarme. Lamentano che il piano industriale predisposto da Ap holding è stato loro «solo illustrato a voce, senza un pezzo di carta»; sanno solo di 2.350 esuberi, 450 piloti, 450 assistenti di volo e il resto a terra. Con i confederali, Cgil in particolare, è in corso un avvicinamento con l’obiettivo di riportare le manutenzioni, oggi in Alitalia Servizi, sotto il cappello di Alitalia Fly; critica e in attesa la Uil.
Quanto all’Antitrust, l’obiettivo di Toto è quello di veder ratificati i contenuti del proprio piano industriale. Se sul mercato nazionale la quota andrebbe a sfiorare l’80% - in linea con la quota di mercato di Air France e Lufthansa nei rispettivi Paesi -, il problema più spinoso riguarda i fasci di voli tra Linate e Fiumicino, dove l’integrazione di Air One e di Alitalia riprodurrebbe esattamente quel monopolio spaccato dieci anni fa dalla stessa Air One. Inevitabile la necessità di ridurre gli slot: ma Toto intende veder riconosciuto dall’Antitrust il piano di cessioni da lui stesso predisposto. In caso contrario non accetterà l’assegnazione.
La situazione è comunque in evoluzione.

Il Tesoro è in stretto contatto con i propri advisor - Merrill Lynch per gli aspetti finanziari, Bain & Company per quelli industriali e lo studio Chiomenti per quelli legali - con i quali ha in corso la stesura del contratto.
Ieri in Borsa il titolo Alitalia ha perso un altro 0,85%. Il prezzo, 80 centesimi, in questo momento appare virtuale, in attesa dell’offerta economica contenuta nella busta attesa per lunedì prossimo.

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