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All’armi, siam dipietristi: ecco le squadracce di Tonino

All’armi, all’armi, siam dipietristi! Le squadracce di Tonino sono entrate in azione e marciano sul Quirinale, su Palazzo Chigi, su chissà che altro dopo. I facinorosi dei valori stanno seguendo un preciso ordine del capo, dato l’altro giorno in un esecutivo nazionale dell’Idv, il Gran Consiglio del dipietrismo: «Dovete fate rumore, inventatevi qualcosa per stare al centro della cronaca, cerchiamo di finire sui giornali, anche se quello che dico spiacerà ai nostri moderati» ha fatto Di Pietro ammiccando all’ala esagitata del partito, un’accozzaglia di transfughi riciclati da contestatori.
Di moderati nell’Idv ce ne sono ma stanno cheti, zittiti e spesso umiliati dal leader durante le riunioni per la loro molle tempra, inadatta all’ora dell’azione. Dichiarazioni sgangherate sul governo nazista, sulla Lega che fa l’apartheid, su Tremonti che affama il popolo, sulla Gelmini che ci riporta al medioevo, sul Colle che non rispetta la Costituzione, sulle banche plutocentriche (qui hanno un esperto, il senatore Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef), sul complotto massonico-piduistico. Si menano le mani a mulinello, a chi tocca tocca. Si osserva anche una specializzazione nella falange di Tonino, c’è quello esperto in insulti (anche se il leader è difficilmente eguagliabile), l’altro che è bravo nei blitz, l’altro ancora che sa organizzare le piazzate, quell’altro che padroneggia le tecniche per terrorizzare i peones. E spesso dalle parole si passa alle vie di fatto, come da migliore tradizione populista.
«Pedica? È tutto contento, non cerca altro che fare casino per fare contento Di Pietro», confessa tra l’imbarazzato e l’insofferente uno dei famosi «moderati» dell’Idv. Oggi la medaglia del miglior disturbatore della vita pubblica spetta a lui, Stefano Pedica senatore Idv, grazie al suo blitz a Palazzo Chigi, a questo funzionario in aspettativa della Scac (Società calcestruzzi), ex democristiano che cambia i partiti come fossero giacche e che alcuni - i più teneri - definiscono «un estremista di centro», uno che faceva casino anche nella Dc, uno che ha teorizzato «la piazza come Terza Camera» e promuove gli «scarpa-day» come grande strumento di democrazia diretta. Il problema è che la Dc è sparita e lui si è trovato senza una sedia, di qui il «moto perpetuo» di Pedica tra le sigle partitiche, quali che fossero, purché gli garantissero un posto al sole. In estrema sintesi perché faremmo notte: dopo la Dc transita nel Ccd, poi passa nell’Udr di Cossiga, quindi ricompare in Democrazia europea con Andreotti e D’Antoni, poi fonda i Cristiani democratici europei con Meluzzi, dopo confluisce in Alleanza popolare di Martinazzoli e Mastella, quindi passa con Mario Segni, poi segue la Nuova Dc di Rotondi, poi approda all’Idv. Chiaro no? È il curriculum di uno che adesso organizza cortei contro la spartizione delle nomine Rai. Era sempre lui, insieme a Di Pietro, a manifestare contro il Quirinale l’altro giorno, con indosso la maglietta «Giorgio non firmare», e lì è riuscito a litigare anche con un poliziotto per via di uno striscione alla black bloc, «Via la mafia dalle istituzioni».
Ma il facinoroso Pedica è in buona compagnia nell’Idv. L’ex missino Luigi Li Gotti, un noto penalista, ha scritto un post sul sito dell’Idv dove accusava di «infermità mentale» il direttore del Giornale, indicandolo ai militanti come un soggetto «pericoloso per sé e per gli altri», invito a cui i militanti-utenti del sito hanno subito risposto augurandosi di vederlo presto «a testa in giù». Toni pacati e riflessivi. Come quelli di un’altra testa calda dell’Idv (giusto per compiacere il leader), il deputato pugliese Pierfelice Zazzera, un nefrologo salito agli onori della cronaca perché ha sobriamente definito lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco un «nazista» (lo aveva letto su Wikipedia). Poi c’è il dipietrista di rito travagliesco e leader dell’ala no global dell’Idv Franco Barbato, deputato: quando Berlusconi è stato a Napoli era lì a fischiarlo, e c’è mancato poco venisse alle mani con un deputato Pdl. E Pancho Pardi, ex leader di Potere operaio ora senatore Idv che solidarizza col blitz di Pedica? Ultimamente si distingue per gli attacchi veementi, la sua è una vecchia scuola. In un congresso di PotOp nel ’71 si distinse per questa moderata indicazione: «Bisogna cominciare a pensare materialmente, non con i libri, la strategia della guerriglia urbana». Poi c’è Fabio Evangelisti, vicepresidente dei deputati Idv, ex comunista, nel 1989 fu indagato (poi prosciolto) per blocco stradale e ferroviario durante una protesta contro la chiusura della Dalmine di Massa. Evangelisti è stato denunciato per aggressione da un collega di partito, il responsabile provinciale dell’Idv di Lucca.

Valori, a suon di ceffoni.

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