All’Auditorium La colonna sonora del Futurismo

«La musica cambierà il mondo»; «la musica è l’arte più rivoluzionaria» scriveva nel libriccino «Al di là del comunismo», Filippo Tommaso Marinetti, che già aveva provveduto, avviando il movimento futurista, a cambiare la musica nel mondo. Al Parco della Musica, due notissimi collezionisti-studiosi, Claudia Salaris e Pablo Echaurren, espongono per la prima volta, una parte seppur minima, della loro immensa- collezione futurista. E lo fanno sotto l’egida di Musica per Roma, in un anno in cui il Futurismo, nel primo centenario della nascita (che avvenne con la pubblicazione su Le Figaro, del manifesto futurista di Marinetti; in mostra ve ne è una copia originale del quotidiano francese, datato 20 febbraio 1909, appartenuto al fondatore che ha evidenziato con matita blu il suo manifesto: un cimelio raro e prezioso!) viene celebrato in ogni parte d’Italia e d’Europa.
Oggi è normale festeggiare tale ricorrenza del Futurismo, «l’unica vera avanguardia italiana di livello internazionale nel Novecento», come l’ha definito Quirino Principe, perché finalmente s’è messo da parte la consonanza puramente esteriore tra il Futurismo ed il Fascismo-movimento. Ma fino a non molti anni fa non era così. E, in particolare, per i rapporti fra musica e futurismo, si continuava a sostenere che proprio in tale settore il Futurismo era stato per nulla incisivo, al paragone di ciò che aveva prodotto in campo letterario e pittorico. Eppure, l’impressione che il drappello di musicisti futuristi faceva ad ogni sortita pubblica era dirompente. Una restò memorabile. La sera del 21 aprile 1914, al Teatro Dal Verme di Milano, per il «Gran concerto futurista d’Intonarumori». Davanti al pubblico inferocito, un’orchestra di 18 intonarumori, diaboliche macchine (rombatori, ululatori, scoppia tori, sibilatori) inventate da Luigi Russolo, il profeta che per primo annunciò la «redenzione del rumore», aprì la serata e quando gli intonarumori cominciarono a sibilare, scoppiettare, ululare, ne nacque una vera e propria battaglia, una colluttazione fra il pubblico e i futuristi che presidiavano la platea; Russolo schiaffeggiò un deputato e ne seguì un processo penale.


La mostra romana, aperta fino al 31 maggio, dà conto di quell’epoca eroica attraverso pezzi, per lo più tipografici, di grande bellezza, fidando sul concetto che i «libri futuristi» non erano libri normali tipograficamente. Auditorium. «Pentagramma elettrico». Mostra sulla Musica futurista. Ingresso libero. Info:06.80.24.15.74.

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