All’Europa fa paura il deficit italiano: rispettate gli impegni

Il ministro tedesco Steinbrueck: «Avete molti più problemi della Francia». E Parigi ottiene il via libera per ritardare il pareggio

All’Europa fa paura il deficit italiano: rispettate gli impegni

da Roma

Il patto di stabilità va rispettato. E vanno rispettati gli accordi presi dai ministri finanziari il 20 aprile a Berlino, che impegnano i Paesi euro a ridurre il deficit di uno 0,5% l’anno almeno, per arrivare entro il 2010 al pareggio di bilancio. La cena dell’Eurogruppo risulta un po’ indigesta per Tommaso Padoa-Schioppa. Al nostro ministro dell’Economia, i colleghi europei ricordano che, a differenza della Francia, l’Italia ha un debito superiore al 100% del Pil, dunque non può permettersi distrazioni sulla via del risanamento della finanza pubblica. «Rispetto alla Francia, l’Italia deve fare i conti con un bel po’ più di problemi - osserva il ministro delle Finanze tedesco Peer Steinbrueck -: sono preoccupato per la situazione dei conti italiani». Va assai meglio a Nicolas Sarkozy: l’Europa promuove il suo piano di riforme, e il presidente francese si impegna a fare il possibile per pareggiare il bilancio nel 2010. Dipenderà dall’andamento della crescita.
La posizione del finanzminister tedesco sui conti italiani è la stessa della Commissione. Joaquin Almunia è preoccupato non soltanto per quel deficit 2007 che si appesantisce di 6,5 miliardi di euro di spesa pubblica e così peggiora, passando dal possibile 2,1% al 2,5% del prodotto interno lordo. Almunia è addirittura allarmato per quanto sta succedendo sulle pensioni. L’Italia è infatti l’unico Paese che va controcorrente, riducendo l’età pensionabile rispetto alla riforma Maroni, che l’Europa considerava acquisita insieme con la riforma Dini del ’95.
«Il patto di stabilità va rispettato», ribadisce a sua volta il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, presente come sempre alla cena dell’Eurogruppo. Nel dettaglio, è Lorenzo Bini-Smaghi, componente del board esecutivo della Banca, a rilevare con preoccupazione che l’Italia non rispetterà gli accordi di Berlino né quest’anno né nel 2008, e che «al primo rallentamento ciclico, rischia di tornare sopra il 3% di disavanzo». Con l’aumento della spesa pubblica in atto, aggiunge, «sarà difficile evitare una Finanziaria pesante». Inoltre, la controriforma delle pensioni, un unicum nel mondo, crea sconcerto all’estero. «È sorprendente - dice Bini-Smaghi in un’intervista televisiva - che si discuta di come ridurre l’età pensionabile. L’impianto di politica economica europea si basa sul rispetto degli impegni presi dall’Italia e dagli altri Paesi. Il fatto di non essere in linea con tali impegni pone problemi di credibilità e di fiducia reciproca».
Presentando ai colleghi dell’Eurogruppo i contenuti del Dpef, Padoa-Schioppa spiega che il percorso di risanamento dell’Italia rallenta quest’anno per riprendere inalterato dal 2008, con l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2010. La revisione della riforma delle pensioni, aggiunge, è ancora da decidere nei particolari. Ma convince poco. Germania, Austria, Olanda, Belgio, Spagna sollecitano il rispetto degli impegni presi. L’«ospite d’onore», Nicolas Sarkozy, ottiene di più. Al presidente della Commissione europea, Manuel Durao Barroso, sollecita un po’ più di flessibilità. La Francia assicura che farà il possibile per pareggiare il bilancio nel 2010: dipenderà anche dalla crescita dell’economia.

Comunque, il piano di riforme presentato da Sarkozy non è in contrasto con gli impegni europei che prevedono il pareggio fra tre anni, sottolinea il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Junker. Un «via libera» di fatto.

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