All’Università scritte volgari contro il Giornale

Altri «murales» inneggiano all’anarchia e ai brigatisti, ma se la prendono anche con Dio

All’Università scritte volgari contro il Giornale

Via Balbi, fiore all'occhiello per Genova. In questi termini qualcuno aveva ridisegnato una delle vie più culturali della città. Eppure a passarci non si ha sempre l'impressione di una via che sprizzi cultura da tutti i pori. Anzi, da tutti i muri. Protagonista è l'Università di Lettere, imbrattata di scritte sia all'esterno, sia all'interno. Ma sono state quest'ultime, in particolare, ad allarmare alcuni lettori del Giornale che hanno scritto in redazione per esprimere solidarietà al direttore Lussana. A Lussana? direte voi.
Non bastavano le scritte contro polizia, personaggi ecclesiali, politici, squadre di calcio e quant'altro? Qualcuno evidentemente non sa come spendere meglio il suo tempo e ha pensato di trasformare uno dei bagni dei ragazzi del pianoterra della facoltà di Lettere e Filosofia nella nuova «Redazione del Giornale di Lussana» con tanto di freccia che punta dritta. Accanto a questa singolare iscrizione sullo sciacquone, una parete risulta completamente imbratta, con epiteti di ogni tipo verso studenti, professori, politici, calciatori, centri sociali e chi più ne ha più ne metta. Compare anche una grossa bestemmia, ma per fortuna la parte finale è stata annerita da qualcuno. Proprio a fianco dell'entrata dell'Aula Magna, altre scritte inneggiano all'anarchia e ai brigatisti e, tanto per cambiare, se la prendono con Dio e con la polizia.
Per onore di cronaca registriamo anche qualche insulto per il recente derby; altre, invece, parlano di sesso e che sfoggiano croce celtica o falce e martello. Alcuni studenti quando vedono il nostro fotografo in azione lo applaudono, altri rinunciano persino ad andare in bagno pur di permettergli di fotografare quelle scritte che «nessuno ha il coraggio di denunciare e che de-qualificano la facoltà».
Il Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Michele Marsonet, da noi interrogato sulla vicenda, ha voluto subito esprimere solidarietà al Giornale e al suo direttore anche se, ha precisato, «non è certo possibili vigilare su ogni muro e su ogni studente. Quando ho iniziato l’attività come preside la situazione era ben peggiore, con cani e punk-bestia che scorazzavano liberi nell’atrio della facolt. Queste scritte rientrano nel patrimonio storico della facoltà: da sempre essa ha avuto una determinata collocazione politica ed è stata anche colonia delle Brigate Rosse». Esistono allora soluzioni al fenomeno delle scritte? «L'unica soluzione è quella di andarle a cancellare e ripulire i muri. Ma ciò, coi fondi disponibili, si può fare solo un paio di volte all'anno». Infine Marsonet riferisce di una proposta che era stata avanzata da alcune persone esterne alla facoltà relativamente alle scritte dei tempi delle Brigate Rosse rimaste ancora inalterate nell'edificio di Via Balbi 6: «Le si voleva conservare come “memoria storica”, ma la proposta non è stata accolta e si è deciso di fare una pulizia generale».

Insomma, la cosa migliore - suggerisce il Preside - «È fare come faccio io tutti i giorni: Passare da Via Balbi e tirare dritto, e fare finta che le scritte non ci siano». E allora, per dirla con Dante, che qui è certamente di casa: Non ragioniam di lor, ma guarda e passa.

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