Allarme bomba Ordigno a Porta Pia, centro in tilt

Allarme bomba Ordigno a Porta Pia, centro in tilt

Traffico congestionato tra Porta Pia e piazza della Repubblica. La città in tilt per un pacco bomba. È successo ieri verso l’ora di pranzo. L’ordigno, una «pipe bomb», ovvero una bomba artigianale a forma cilindrica, è stato trovato in un bagno dell’Usae, l’Unione sindacati autonomi europei, sito in via XX Settembre, al civico 89, non lontano dall’ambasciata inglese, nella tarda mattinata di ieri. Era passato da poco mezzogiorno quando i carabinieri della stazione di via Veneto sono intervenuti sul posto per un sopralluogo, allertati da una telefonata anonima giunta precedentemente al 112. A indicare ai militari dove si trovava il pacco sarebbero stati alcuni dei dipendenti presenti a quell’ora nel sindacato e che avevano notato una scatola sospetta all’interno di uno dei bagni. A metterla lì, secondo gli investigatori, potrebbe essere stato chiunque. La mattina, nell’edificio dell’Usae, i carabinieri hanno tenuto a precisare che il continuo viavai consente a chicchessia di passare inosservato.
Il pacco era delle dimensioni di una scatola di scarpe. Sull’involucro un’etichetta con su scritto: «Caf di Palermo, urgente». Nient’altro. Nessuna rivendicazione. Solo tanta paura. Immediata la richiesta d’intervento degli artificieri, che una volta arrivati hanno fatto sgomberare il palazzo. La strada è poi stata chiusa al traffico, da Porta Pia a via Palestro, creando disagi considerevoli alla circolazione in una zona nevralgica della città. Una misura resa necessaria dall’esigenza di far «brillare» la bomba all’esterno dello stabile, in un’area all’aperto che è stata appositamente messa in sicurezza. Alle 14 era già tutto finito.
L’ordigno era privo d’innesco e non avrebbe comunque potuto esplodere. Al momento sono in corso le analisi degli artificieri per verificare se all’interno della «pipe bomb» c’era o meno dell’esplosivo. Nell’involucro è stato anche rinvenuto un foglio con le istruzioni per fabbricare la bomba.
Sebbene gli investigatori ancora non escludono nessuna ipotesi, alla base di quello che appare come un gesto dimostrativo potrebbe esserci una controversia sindacale. Si parla anche di un possibile collegamento con il caso della sindacalista trovata con una cintura esplosiva nella stanza di un affittacamere in via Volturno, che dista solo poche centinaia di metri dalla sede del sindacato Usae. Il fatto risale al 19 marzo scorso. Anche in quella occasione l’ordigno era completo ma senza l’innesco.
Per fare luce sulla vicenda sono stati interrogati i dipendenti dell’ufficio presenti al momento del ritrovamento.

Alcuni di loro avrebbero detto di aver fatto caso a una coppia che ieri mattina si è recata negli uffici dell’Usae, asserendo che uno di loro avrebbe fatto tappa nel bagno incriminato. Le indagini sono state affidate ai carabinieri del Ros.

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