Metà dei fumatori morirà a causa di patologie correlate al fumo. È l'allarme degli esperti del settore intervenuti al convegno triestino «Fumo Salute e Sanità», patrocinato dalla Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia e dall'Osservatorio Sanità e Salute. Il tabacco è l'unico prodotto di libera vendita che uccide da un terzo a metà delle persone che ne fanno uso.
Il numero totale dei decessi attribuibili al fumo di tabacco e allo sviluppo di varie patologie correlate (tumore polmonare, cardiopatia ischemica, ictus, broncopneumopatia cronica ostruttiva, eccetera) è destinato ad aumentare da 5,4 milioni del 2004 a 8,3 milioni nel 2030, con approssimativamente un 10% in più di decessi in tutto il mondo. «Il fumo è il principale fattore di rischio di morte della nostra società - afferma il prof. Marco Confalonieri, Direttore della Struttura Complessa «Pneumologia»-AO «Ospedali Riuniti di Trieste» -. Noi specialisti delle malattie dell'apparato respiratorio sappiamo di aver di fronte una vera e propria epidemia di malattie respiratorie da fumo che negli ultimi anni aumenta come peso sanitario e sociale. Oltre ai tumori polmonari, ci sono la BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), l'insufficienza respiratoria, le malattie polmonari interstiziali, ed altre ancora in continuo aumento. Occorre aiutare i fumatori a smettere e diagnosticare precocemente le malattie da fumo con esami semplici come la spirometria». Si rafforza, quindi, l'esigenza di introdurre nuove strategie politiche globali volte a tutelare i cittadini, attraverso la riduzione dell'uso di tabacco e la prevenzione delle malattie che il fumo può causare. «Il cancro al polmone è la principale causa di morte per tumore nei paesi sviluppati- spiega il dott. Gianpiero Fasola, Direttore Dipartimento di Oncologia AO - Università Santa Maria della Misericordia, Udine, - e la correlazione di questo fenomeno con il fumo di tabacco rappresenta un problema di stretta competenza delle istituzioni, per le dimensioni che assume nel mondo occidentale, e soprattutto per l'urgenza di attivare strategie di contenimento e politiche di prevenzione per la popolazione.
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