E' ancora allarme lavoro.
Mentre il governo continua a trattare con le parti sociali per trovare la quadra sulla riforma del mercato del lavoro da licenziare il mese prossimo, il presidente dell’Istat Enrico Giovannini ha lanciato un allarme legato all'occupazione giovanile: nei primi nove mesi dell'anno scorso, nel Belpaese, è stata registrata una flessione del 2,5 per cento. Almeno in 80mila, tra i 18 e i 29 anni, hanno perso il lavoro.I risultati della crisi economica continuano a farsi sentire. A preoccupare è, soprattutto, il mercato del alvoro. Per i giovani tra i 18 e 29 anni il tasso di disoccupazione è, tuttavia, sceso dal 20,5 per cento del primo trimestre nello scorso anno al 18,6 per cento del terzo trimestre rimanendo, comunque, "almeno undici punti percentuali" al di sopra del tasso di disoccupazione complessivo. Nel corso di un'audizione alla commissione Bilancio di Montecitorio, Giovannini ha spiegato che, guardando alla fascia d'età 15-24 anni, la disoccupazione in Italia è pari al 31%. "E' la più alta dopo la Spagna", ha spiegato facendo presente che l'indicatore di Europa 2020 ha mostrato che nel 2010 quasi un quarto degli italiani (il 24,5%) fosse a rischio povertà ed esclusione sociale, valore più elevato della media europea che si attestava al 21,5% se calcolata sui soli 17 Paesi dell'Eurozona e al 23,4% tra i 27 Paesi.
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