Gian Micalessin
Cinque anni dintifada, cinquemila morti palestinesi e israeliani e, nellaria, il timore che possa peggiorare. Ieri, nel quinto anniversario della seconda rivolta palestinese e sullo sfondo di nuovi raid israeliani nella Striscia di Gaza, le notizie facevano tremare i polsi. A Tel Aviv il generale Aharon Zeevi, capo dellintelligence dellesercito, riconosce per la prima volta la penetrazione di Al Qaida a Gaza e lintenzione di colpire Israele. Contemporaneamente la radio israeliana rende noto un documento dellAutorità nazionale palestinese secondo cui il presidente siriano Assad avrebbe invitato i capi di Hamas e Jihad Islamica in esilio a Damasco a lanciare nuovi attacchi. Un piano destabilizzante accompagnato dal tentativo di destituire il presidente palestinese Mahmoud Abbas appoggiando Farouk Kaddoumi, il ministro degli Esteri dellOlp, contrario agli accordi di Oslo, nominato a sorpresa alla guida di Fatah dopo la morte di Arafat.
«Gli operativi di Al Qaida hanno sfruttato lapertura del confine di Rafah con lEgitto e sono entrati a Gaza», ha ammesso il generale Zeevi durante una conferenza alluniversità di Tel Aviv. Voci di uninfiltrazione circolavano sin dal ritiro israeliano del 12 settembre, quando centinaia di palestinesi sfondarono la frontiera con lEgitto. Dalla zona del Sinai prospiciente Rafah sono partiti i militanti jihadisti che hanno fatto strage nelle località turistiche egiziane di Taba e Sharm el Sheikh. E la città di Al Arish, 41 chilometri a ovest di Rafah, è la roccaforte di Al Qaida nel Sinai. Ma fino a ieri tutte le fonti israeliane avevano negato linfiltrazione. Ora i responsabili dellintelligence temono che i terroristi di Al Qaida superino la barriera di Gaza penetrando nei territori israeliani o in Cisgiordania. Le aree più tenute docchio sono quelle arabo-israeliane dove Al Qaida potrebbe aver cooptato cittadini con passaporto israeliano per fornire aiuto agli infiltrati.
Il viceministro alla Difesa israeliano Zeev Boim ha intanto confermato lesistenza di un documento «passato» dallintelligence dellAnp a Israele ed Egitto secondo cui il presidente siriano Bashar Assad avrebbe chiesto ai capi in esilio a Damasco di Hamas e Jihad Islamica nuovi attacchi contro Israele. «Assad è sotto pressione e per distrarre lattenzione da altri fronti sta rafforzando lappoggio ad Hamas e Jihad Islamica», ha detto il viceministro. Secondo lAnp, Assad nellincontro - svoltosi il 10 settembre ha chiesto di colpire Israele per distogliere lattenzione dalla Siria. Il presidente siriano ha anche elogiato loperato di Farouk Kaddoumi, incontrato il 7 settembre e definito, a differenza del presidente palestinese Mahmoud Abbas, un vero leader.
A generare altro allarme contribuiscono le indagini sullassassinio di Sasson Nuriel, il commerciante israeliano rapito e ucciso da Hamas. La cellula dei sequestratori ha diffuso il filmato dellostaggio proprio mentre Hamas annunciava la fine del lancio di missili Qassam su Israele e non risponderebbe quindi né alla leadership di Gaza né a quella dei Territori. La sua attivazione, quindi, dipenderebbe dalla leadership di Hamas in esilio a segnalerebbe lintenzione di concentrare in Cisgiordania tutti gli attacchi contro Israele.
Il complesso scenario irrigidisce anche le posizioni israeliane. Dopo giorni di incursioni aeree, i missili israeliani hanno ieri mattina colpito anche alcune sedi di Fatah e della Sicurezza Preventiva dellAnp a Gaza. E i danni a una centrale elettrica hanno causato un black out in tutta la Striscia conclusosi solo ieri mattina. Ma il generale israeliano Ysrael Ziv minaccia ora di radere al suolo con lartiglieria le case di Beit Hanoun se verranno nuovamente utilizzate per lanciare razzi Qassam. «Avvertiremo gli abitanti, ci accerteremo che abbiano lasciato la zona e poi apriremo il fuoco ha avvertito Ziv non tollereremo più un solo missile Qassam». Il ministro della difesa Shaul Mofaz ha aggiunto che «le operazioni sintensificheranno finché non finirà il lancio di missili».
I consiglieri di Ariel Sharon agitano anche lo spettro di un nuovo ritiro unilaterale dalla Cisgiordania con limposizione di un confine fissato da Israele e lannessione dei territori rimasti sotto il proprio controllo. «Invece di ritirarci e mantenere il controllo del restante territorio potremmo ha detto ieri Eyal Arad, uno degli ispiratori delle strategie del primo ministro ritirarci e annettere il territori».
Intanto, mentre la Casa Bianca confermava un incontro per il prossimo 20 ottobre tra il George Bush e il presidente palestinese Mahmoud Abbas, questultimo dal Cairo, dove ha incontrato Hosni Moubarak, sollecitava un intervento per fermare i raid israeliani.
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