Niente exit strategy, almeno per il momento. Secondo il G20 di Pittsburgh è troppo presto per abbandonare le misure di emergenza contro la crisi. Bisognerà attendere prima che le banche centrali rialzino i tassi di interesse (ora ai minimi storici) e che i governi cancellino gli aiuti. Secondo il G20 il problema è che «la disoccupazione resta inaccettabilmente alta», pertanto limpegno è fornire una «forte risposta politica fino a quando la ripresa non sarà stabile».
Il Giornale ha chiesto ad alcuni gestori quale sarà limpatto del G20 sui mercati finanziari e che cosa accadrà da qui a fine anno. Paola Toschi di Jp Morgan asset management ritiene che la fase positiva delle Borse proseguirà, «anche se a passo meno spedito di quanto accaduto finora, a causa sia delle preoccupazioni per il mercato del lavoro sia delle aspettative di attuazione dellexit strategy». «È inevitabile prosegue lesperta di Jp Morgan che quando i governi accantoneranno le politiche di incentivazione fiscale e le banche centrali rialzeranno i tassi, la ripresa economica sarà in parte compromessa». Positiva anche lanalisi del presidente e ad di Azimut, Pietro Giuliani: «Entro fine anno mi aspetto una correzione delle Borse di circa il 10%, a cui però seguirà subito un recupero perché molte aziende stanno uscendo dalla fase più critica». Selezionare i titoli su cui puntare resta, tuttavia, una condizione irrinunciabile. Quanto alle scelte di investimento Angelo Drusiani, responsabile delle gestioni di Banca Albertini Syz, ritiene che un piccolo investitore debba riservare alla Borsa almeno il 20-25% del portafoglio: «Le azioni continueranno a essere favorite dallabbondanza di liquidità immessa sul mercato dalle Autorità».
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