Almeno trecento nuovi malati ogni anno (7 su 10 sono cittadini stranieri) e unincidenza tripla rispetto alla media nazionale: 25-30 casi ogni 100mila abitanti contro 7-10 su 100mila. Sono i numeri della tubercolosi a Milano, ricordati ieri dal Comune nel cinquantesimo anniversario della scoperta della rifampicina, il farmaco che ha rivoluzionato la lotta allinfezione che ancora oggi colpisce oltre due miliardi di persone nel mondo, con quasi due milioni di morti allanno. E anche se lItalia e la Lombardia hanno avuto un ruolo cruciale nella scoperta di nuovi antibiotici, la malattia sta tornando alla ribalta delle pagine di cronaca e continua ad essere motivo di attenzione. Specialmente per la presenza di nuovi ceppi resistenti alle cure, arrivati nel nostro Paese con i più recenti flussi migratori.
«Come in altre realtà - spiega lassessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna - anche a Milano limmigrazione ha contribuito ad un aumento delle fasce di povertà e di conseguenza ad una maggior incidenza della Tbc. Sono circa 260mila gli stranieri presenti in città, 30/40mila quelli irregolari. Si tratta di soggetti che vivono nella marginalità, in situazioni spesso precarie con ripercussioni sullo stato di salute». Ogni anno ci sono dai 300 ai 400 casi di tubercolosi, 1.000-1.200 a livello lombardo. Ma se fino al 1999 erano in prevalenza italiani, da sette anni il rapporto si è invertito a favore degli immigrati che rappresentanto oggi quasi il 65-70% dei casi.
«La ricerca deve essere potenziata, perché limmigrazione e la sua componente clandestina provocano un aumento della Tbc nelle grandi città come Milano. Cè bisogno di avere unassistenza che consenta di guidare le persone ai controlli per la salute. A tutto vantaggio nostro», precisa Landi. Che ha rifinanziato il progetto «Immigrazione sana» promosso dal suo assessorato nel 2008 per sensibilizzare i quartieri più a rischio sui criteri igienico sanitari, e, attraverso una rete di volontariato, convincere gli stranieri a sottoporsi a screening medici.
Ecco i dati: tra giugno 2008 e marzo 2009 sono stati contattati 6.259 immigrati di cui il 46% non ha mai fatto controlli sanitari e solo il 10% ha accettato di sottoporsi al test della Tbc. Il 65% degli stranieri malati ha il permesso di soggiorno. «Su questo ho qualche dubbio. Certo, ci sono molti regolari che sono portatori sani, ma mi preoccupano i clandestini che vivono in condizioni igieniche pessime.
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