ALLE CAMERE

Dopo Papa, non ci sarà un tiro al bersaglio su Saverio Romano. Almeno fino a settembre, data a cui è slittato l’esame della mozione di sfiducia nel confronti del ministro dell’Agricoltura, presentata dall’opposizione dopo la richiesta di rinvio a giudizio per concorso in associazione mafiosa. La decisione è stata presa durante la conferenza del capigruppo di Montecitorio riunitasi ieri mattina. Pd e Idv avevano chiesto l’inserimento della mozione nel calendario d’Aula prima della pausa estiva.
Ieri proprio Romano ha commentato le vicende del pdl Papa e del pd Tedesco, circa l’esito opposto in merito alle richieste di arresto, con la «cattura» del primo alla Camera e l’«assoluzione» del secondo al Senato.

«Anche se hanno avuto un risultato diverso le due vicende giudiziarie dimostrano, purtroppo, la difficoltà che oggi ha la politica a trovare un momento di intesa per affrontare temi delicati come quelli della tutela del parlamentare e del Parlamento». Per Romano «a prescindere dalle vicende che li riguardano, nel Paese da tanto tempo non si affronta un tema delicato come quello della tripartizione dei poteri».

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