Alle coop rosse un tesoretto da 53 milioni

da Milano

Così Unicoop Firenze incassa il suo bel «tesoretto». L’Agenzia delle entrate, attraverso la Tesoreria provinciale del capoluogo toscano, pagherà oltre 50 milioni di euro al colosso delle cooperative di consumo (nonché azionista di Unipol), una delle nove «grandi sorelle» che hanno fatto delle coop il primo gruppo italiano della distribuzione.
Rimborsi fiscali degli anni Novanta, questa la causale dell’ordinativo in via di perfezionamento presso una grande banca toscana. Una cifra da legge Finanziaria: 36 milioni di Irpeg e Ilor del ’93, ’94 e ’95; e 17 milioni e mezzo di interessi per il triennio. La somma è presto fatta: più di 53 milioni, qualcosa come 100 miliardi di lire, ai quali - lo confermano a Firenze - si dovrà aggiungere anche il corrispettivo del 1996.
Il mega-rimborso - deciso con sentenza esecutiva che ha dato torto all’Agenzia alla fine di un lungo contenzioso - riguarda le imposte versate in quei tre anni dalla Coop su un sostanzioso pacchetto di titoli di Stato. Secondo la ricostruzione della stessa Unicoop Firenze, si tratta di somme pagate ma non dovute, per effetto dello speciale trattamento fiscale di cui godono le cooperative. Un trattamento di favore che trova la sua manifestazione più eclatante proprio nel regime Irpeg: le coop non pagano l’imposta sul reddito delle persone giuridiche che grava su tutte le società. Non la pagano perché la loro stessa natura formalmente rende «indivisibile» la totalità dell’utile (tranne un piccolo 3% che viene destinato a fini mutualistici).
Fino al 1996 Unicoop ha però pagato una ritenuta d’acconto sull’Irpeg non dovuta, salvo poi chiedere al fisco il rimborso. Dal 1996, per effetto di un decreto che aveva sanato questa anomalia, la ritenuta Irpeg non è stata più pagata, mentre per gli anni in questione è arrivata ora la sentenza definitiva del giudice tributario, che restituisce alla coop il non-dovuto, e con l’aggiunta di una bella fetta d’interessi. La sentenza che riguarda il gigante toscano della distribuzione potrebbe essere quindi la punta di un icerberg di un «assalto» al ministero dell’Economia, riferito agli anni Novanta.
Unicoop Firenze, guidata da Turiddo Campaini, è un colosso da più di un milione di soci e 7.600 dipendenti. Vanta attività patrimoniali per oltre 4 miliardi di euro e nell’ultimo anno ha registrato utili d’esercizio per oltre 25 milioni. Un gigante con i piedi ben piantati nella «Toscana rossa»: nata il 1° novembre 1891 a Sesto Fiorentino, ha assunto nome e dimensioni attuali dopo una serie di operazioni finanziarie passate - nel 1973 - attraverso la fusione di tre grandi coop locali: Toscocoop, Coop Etruria e Unicoop Empoli.
È stato allora che Campaini - già alla guida della Cooperativa del popolo di Empoli (ne era direttore dal 1963) - ha assunto la presidenza. Nel 1998 l’ultima fusione, quella con le Cooperative pisane riunite. Oggi Unicoop Firenze gestisce 6 ipermercati, 78 supermercati di varie dimensioni e 12 negozi tradizionali.


Turiddo Campaini era stato uno degli oppositori della scalata di Unipol a Bnl, e fautore di un matrimonio ancor più stretto con il Monte dei Paschi, un’operazione che considerava «ideologicamente» più coerente e agevolata dai rapporti fra sistema delle coop e Mps.

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