Roma

Alle radici del folk con le canzoni di Ginevra Di Marco

Stazioni lunari prende terra a Puerto Libre è il titolo del suo ultimo disco che questa sera presenterà allAlpheus di via del Commercio 36 (ore 22). Stiamo parlando di Ginevra Di Marco, una delle voci più intense della musica italiana, un’artista di culto per i consumatori della cosiddetta «musica alternativa». Sono passati quasi tredici anni dal suo esordio in Ko de mondo dei Csi. Sette anni sono invece trascorsi da Trama tenue, primo album da solista della Di Marco. Viscerale, appassionato, sentimentale è l’approccio alla musica della cantante di origine fiorentina. Nel suo Stazioni lunari prende terra a puerto libre la musicista interpreta brani da tradizioni musicali italiane, slave, greche, ungheresi, portoghesi, bretoni, cilene, in un’accattivante pot-pourri sonoro. Undici cover per canzoni che affiorano dalla vita reale delle periferie della Storia. Canzoni del repertorio popolare, dunque ricche di storia, passione, amore, dolore, ma anche riproposizioni di canti di festa e di rivoluzione, che evocano qualsiasi genere di condizione. E così ecco in scena all’Alpheus una scaletta che parte dal Domenico Modugno di Amara terra mia, passa a un classico greco, Saranta palikaria, ritorna sul Modugno di Malarazza per poi allontanarsi con Rumelaj, un canto tradizionale gitano dei Balcani. La cavalcata fra i suoni di Ginevra Di Marco passa poi per Il canto dei sanfedisti di tradizionale napoletana e il doppio tributo a Leo Ferré e agli zingari, con l’interpretazione di Les tziganes del grande autore francese. Infine si resta in Francia con Le grand coureur, tradizionale bretone e si conclude con la siciliana Amuri. Ingresso 10 euro. Info: 06.

43598891.

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