Alleanza Feltrinelli fa shopping e diventa socio di Donzelli

Feltrinelli fa shopping strategico sulla piazza editoriale italiana, e non chiede nemmeno sconti. C’entra il fatto di avere un’ottima liquidità di cassa? Sia come sia, è di due giorni fa la notizia del colpaccio riguardo Roberto Saviano, strappato – anche se solo momentaneamente e per un singolo titolo – alla Mondadori (per gli stessi motivi «para-politici» che fecero traslocare in via Andegari, tempo fa, anche il Nobel José Saramago? Non si sa). Ieri, altro colpaccio: Feltrinelli ha annunciato di essere entrata in Donzelli con una partecipazione del 20 per cento. Tecnicamente si tratta di una doppia ricapitalizzazione (Meridiana libri di Carmine Donzelli ha sborsato per mantenere la propria quota al 51 per cento, il 29 per cento rimarrà a un’ottantina di «soci amici», il 20 per cento, appunto, a Feltrinelli, ma nessuna «quota» è stata venduta). Donzelli funziona bene; ha un catalogo di 1200 titoli e un conto economico in attivo, con una crescita media, negli ultimi cinque anni, attorno al dieci per cento l’anno. Carmine Donzelli non parla di soli affari ma anche di sensibilità culturali condivise («alla base dell’accordo ci sono naturalmente le affinità culturali che ci legano - dice Donzelli - il nostro caso è un buon messaggio nella bottiglia: anche i piccoli possono crescere, senza necessariamente farsi assorbire»).

Strategicamente, però, l’operazione la dice lunga: anziché acquisire il marchio, come fanno quasi tutti, Feltrinelli ha preferito diventare, pagando forse più del dovuto, un partner industriale, fornendo a Donzelli distribuzione (la Pde, acquisita tre anni fa), promozione e librerie. Che ci guadagna? Forse si tratta di un esperimento in controtendenza: anziché comprare meglio allearsi.

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