Pd e Idv ai ferri corti sulle alleanze, con i Democratici che insistono su un governo di transizione con tutta lopposizione, compresi Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini, e Tonino che risponde per le rime.
«Por fine al berlusconismo è un lavoro da fare con tutta lopposizione e Fini e Casini sono essenziali», sottolinea il vicesegretario pd Enrico Letta chiarendo che Di Pietro «da solo non basta». Di qui lobiettivo di una alleanza larga per battere il premier che ora - sottolinea il vicesegretario - punta al Quirinale, «uno shock da evitare». Velenosa la replica dellex pm, che ribadisce la necessità di andare subito alle elezioni per «liberarsi del novello Nerone». Quella che deve essere una risposta alla «destra peronista, illiberale e xenofoba» di Berlusconi e Bossi non può essere il ritorno alla prima Repubblica, la costruzione di un centro in cui si colloca la più «retriva conservazione» cioè quel terzo Polo cui guarda una parte significativa del Pd, afferma Luigi De Magistris bollandolo come «disegno reazionario» contro il quale «la politica dellalternativa e la società che resiste devono mettere in campo, uniti, un progetto forte». In sostanza, dallIdv viene una richiesta diretta al Pd di schierarsi con nettezza, smettendo di considerare essenziale il rapporto con lUdc, e linvito provocatorio a superare la paura del voto, facendo proposte ma senza «spocchie». A complicare il quadro di unopposizione spaccata, ieri ci si sono messi pure i verdi, che hanno chiesto un fronte di emergenza democratica, con il leader Angelo Bonelli ad auspicare un governo di transizione per rifare la legge elettorale.
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