Il paziente protagonista. Come migliorare laccesso alle cure innovative per un numero sempre più ampio di individui? La risposta a tale interrogativo è uno degli obiettivi che si è posto «Alleati per la Salute», il primo workshop italiano sul tema, tenutosi a Roma il 5 e 6 marzo scorso e organizzato dalla casa farmaceutica Novartis. La chiave di lettura si basa su un nuovo modello di partnership tra le aziende di settore e le diverse migliaia di associazioni di volontariato che si occupano in Italia di salute. Una collaborazione sempre più stretta tra due attori protagonisti del sistema della salute non può che arrecare benefici, portando gradualmente alla patient advocacy, cioè allo sviluppo nei pazienti della conoscenza e consapevolezza della patologia e delle sue implicazioni tecnico-scientifiche ed etico-sociali. Attraverso questa strada si ottiene una maggiore efficacia delle cure. È stato questo il leit-motiv della due giorni romana, che ha visto per la prima volta condividere - attraverso corsi teorici e pratici, tenuti da esperti italiani e stranieri, espressione sia del mondo aziendale che del non profit - conoscenze, esperienze e metodologie operative.
Grazie a questa nuova alleanza per il diritto alla salute, in prospettiva le associazioni che esercitano la patient advocacy - nella sola oncologia ne sono state censite in Italia oltre 500 - potranno essere informate con maggiore tempestività sulla disponibilità di nuovi trattamenti già in fase di sviluppo. Si viene così a creare un importante canale di comunicazione per i pazienti in grado di arrivare ad un accesso precoce a terapie di ultima generazione. «Rispondere in modo sempre più efficace alle esigenze dei pazienti è il cuore della nostra mission. Per farlo, è indispensabile un dialogo continuo tra i molti interlocutori del sistema», ha sottolineato Paul Herrling, responsabile degli Istituti di Ricerca Novartis. «Limportante è che tra associazioni e azienda farmaceutica si sviluppi un clima di fiducia reciproca. Noi della Novartis applichiamo rigorose linee guida interne che ci vincolano, nel rapporto con le associazioni di pazienti, a comportamenti trasparenti ed eticamente corretti».
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