Allegri mette il Milan in riga: «Zitti e giocate»

nostro inviato a Milanello

La confessione postuma è, a modo suo, clamorosa. «Gli effetti negativi dopo la botta presa contro la Juve sono durati fino alle 7 di sera di mercoledì, prima del Real» è pronto a raccontare Massimiliano Allegri rovistando tra i ricordi recenti e l’angoscia di un corto-circuito devastante. Il Milan è stato a un passo da una vera crisi di nervi oltre che di identità: Pippo Inzaghi, con quella scossa elettrica, l’ha rianimato. Perciò ha provato ieri mattina, prima di volare verso Bari, a eliminare le tracce di nervosismo diffuso provenienti da talune dichiarazioni (Gattuso e Ibrahimovic, ndr) e dal round tra Ibra e l’americano Oneyewu. Sulle virgolette dei suoi ha richiamato tutti all’ordine. «Di questi argomenti meglio discutere tra di noi, nello spogliatoio» la raccomandazione a futura memoria spedita al generoso Gattuso. «La squadra ha fatto gol con tutte le coppie, senza Ibra, con Ibra e Pippo, con Ibra e Pato, con Ibra e Robinho» la replica per lo svedese salvato, fuori tempo massimo, dalle spiegazioni delle due colleghe svedesi che hanno giurato «sull’intenzione positiva e costruittiva» del loro connazionale nel chiosare la prova di Champions. «Tra Ibra e Onyewu è finita a baci e abbracci, l’episodio è stato ingigantito» l’opinione del livornese che ha goduto, nell’occasione, del sostegno di Adriano Galliani (le immagini girate da Sky non sono andate in onda). Per evitare forse qualche altro screzio, l’americano è rimasto a casa.
Il Milan, forse, non è più sull’orlo di una crisi di nervi ma è alle prese con un’altra settimana impegnativa (oggi il Bari, mercoledì il Palermo a San Siro, domenica il derby) e con una serie di altri tormenti che partono dagli stenti di Pato e proseguono con le prediche di Clarence Seedorf. Sul giovane brasiliano, Allegri è stato protettivo, come è giusto che sia per un talento assoluto di 21 anni che ha tradito finora il peccato mortale della discontinuità di rendimento. Non è la prima volta che è andato incontro a lunghe pause, dopo imprese balistiche. «Deve avere entusiasmo e arrabbiarsi con se stesso, la sua media-gol non si discute» la frase-civetta di Allegri.
Più evidente, invece, il mal di pancia di Seedorf per le censure aspre al suo rendimento, ridotto nelle ultime sfide a qualche manciata di minuti, senza essere risparmiato da bocciature per il coinvolgimento nell’azione del 2 a 2 madridista. «Ha sbagliato lo stop ma è entrato positivo e ha dato una mano» la difesa d’ufficio di Allegri. L’interessato invece è uscito alla scoperto con un chiarimento pubblico da affabulatore doc. «È stato scritto che Inzaghi mi avrebbe invitato a correre: non è vero, ci stavamo organizzando tatticamente, se non sapete cosa ci siamo detti fate solo polemica» la sua intemerata a noi del Giornale che avevamo interpretato un gesto di Pippo durante il concitato finale di mercoledì notte. «Abbiate rispetto per la mia carriera» l’altro invito di Seedorf, sceso, volutamente, tra i cronisti per difendere il proprio onore all’immediata vigilia del suo ritorno in squadra, da titolare (per far rifiatare Pirlo spremuto come un limone). Seedorf deve sapere che non è certo in discussione la (sua) storia o la sua bacheca ma la cronaca, l’attuale contributo alla causa.
Per la serie «non è mai troppo tardi», a Bari è venuto il tempo di Mario Yepes, il colombiano, candidato a rimpiazzare Thiago Silva, fermato per precauzione a causa della caviglia dolorante.

Pensate: l’ultima apparizione risale a fine luglio, amichevole di Londra. Sokratis deve retrocedere in panchina. Ballottaggio tra Dinho e Binho per il terzo posto. «Deciderò all’ultimo momento» la promessa di Allegri. Che il genio l’assista.

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