Allegri, un milanista per il Diavolo Mou-Maicon per il Real

In giro c’è un milanista, anzi ex, in più e ce n’eravamo dimenticati. Lo ha ricordato Galliani. E forse non a caso. «Anche Allegri è un milanista, perché ha fatto una tournée con noi», ha ricordato con sorriso sulle labbra. A fronte di un dato cronisticamente vero, si possono tirare tutte le conclusioni possibili. Non ultima quella più intrigante: Massimiliano Allegri potrebbe allenare il Milan. Sarebbe un’autentica ventata di novità ed ha nel Dna la filosofia d’attacco tanto cara a Berlusconi. Da Cagliari a Milano, lunga la via, c’è di mezzo pure il mare dell’inesperienza in una grande squadra. Quest’anno il mercato allenatori rischia di far girare la testa. Un bellissimo puzzle. Anche se già si intravvedono forme e dimensioni. Milano non si farà mancare nulla. Archiviato il caso Van Basten («Le sue dichiarazioni sono la prova provata che non abbiamo mai parlato con lui», Galliani dixit), tenendo in caldo la coppia Filippo Galli-Tassotti con il Tasso che sta sfogliando la margherita (Sbotto? O non sbotto? Alzo la voce e dico: ora tocca a me? O continuo a star zitto?), l’ipotesi Allegri rischia di rendere più allegri i milanisti. Soprattutto se è vero (sempre parole di Galliani) che Pato non è in vendita e il problema contratto di Ronaldinho sarà rimandato a gennaio.
All’Inter cominciano i nervi tesi, guai a parlare di qualcosa che non riguardi Siena o Bayern. Comprensibile. Pur se Mourinho ha già fatto intuire come finirà la storia. «Allenare in Spagna? È chiaro che rientra nei miei piani, così come diventare ct del Portogallo, un giorno o l’altro», ha risposto al quotidiano madrileno As. E al suo agente Jorge Mendes ha soggiunto: «Non parliamo di niente fino al 23 maggio, cioè al giorno dopo la finale di Champions». Ma l’architettura del contratto con il Real è già tracciata, anche se l’altro quotidiano di Madrid, Marca, ha svelato che la clausola di rescissione fra l’Inter e il tecnico è pari a 16 milioni di euro e non 7. Ma non saranno i soldi quelli che impediranno il divorzio dall’Inter. Critico Cruyff: «Assurdo spendere 16 milioni di euro per un allenatore, chiunque sia». Ma è difficile che lo ascoltino proprio a Madrid.
Moratti non sa bene se ci siano ancora possibilità di convincere il tecnico. Naviga un po’ a vista. I due ne parleranno subito dopo la finale di Madrid. Stavolta conta più il fascino del marchio Real rispetto ai danari. E Mourinho tien molto al personale pedigree. Con Mou potrebbe partire Maicon: fa parte delle richieste proposte dall’agente del tecnico al Real. Ed infatti Antonio Caliendo, procuratore del giocatore, ha cominciato a prendere le distanze. «Lui sta bene all’Inter, ma il pallone rotola. Il calcio mi ha insegnato a non prendere mai una posizione definitiva». A proposito di mercato, Branca continua ad avere in testa l’idea Julio Baptista, e visto che la Roma vuole riscattare Burdisso...
La tranquillità nerazzurra fa intendere che la società abbia già in testa le alternative a Mourinho. Il nome più facilmente spendibile è quello di Mihajlovic: nel suo contratto con il Catania c’è una postilla che riguarda appunto l’Inter. Libero di andarsene solo da Moratti. L’alternativa clamorosa potrebbe portare a Pep Guardiola, soprattutto se Joan Laporta, presidente del Barça, si darà alla politica. Non è detto che il tecnico voglia restare.
Eppoi? Il resto d’Italia sta componendo il puzzle. La Sampdoria ha scelto Donadoni, l’unico allenatore voluto da Cassano. L’alternativa era (è) Mimmo Di Carlo, il tecnico del Chievo. Marino e Guidolin si scambieranno le squadre. Allegri era l’alternativa a Delneri, nel caso di separazione fra Prandelli e la Fiorentina per la nazionale. Ora potrebbe inserirsi Gian Piero Gasperini, l’allenatore del Genoa: con molta probabilità lascerà Genova.


Il caso Juve pare risolto: ieri Andrea Agnelli ha certificato il suo gradimento per Delneri e così potrà annunciare il nome del nuovo tecnico, subito dopo l’investitura da presidente. Visti gli umori negativi della piazza (non del tutto a sproposito) poteva prendersi qualche giorno di riflessione in più. Ma è vero che la Juve ci ha abituato a sorprese e colpi di scena. Chissà mai...

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