Allegri sulla graticola tenta la carta a sorpresa: Robinho

nostro inviato a Milanello

Sembra un altro mondo ed è invece solo Milan-Genoa edizione riveduta e corretta 2010. Sembra un altro mondo perché dopo l’esaurito proclamato in anticipo per il Real (sera del 3 novembre), si prepara lo sbarco di 5mila tifosi genovesi, finalmente riammessi allo stadio di San Siro dopo una serie di provvedimenti di prefetto e osservatorio. È forse l’occasione per sigillare i rancori e l’odio vecchio di 15 anni (omicidio Spagnolo), grazie anche alla richiesta di perdono da parte di Galliani e alla cerimonia svoltasi a fine agosto dinanzi allo stadio Marassi, presenti i genitori della vittima e i dirigenti dei due club.
Sembra un altro mondo perché dopo anni di gelidi silenzi, la ripresa dei contatti diplomatici tra Preziosi e Galliani ha portato a uno scambio massiccio di calciatori e di intese commerciali, l’ultima delle quali per Boateng ritirato dal Grifone presso gli inglesi del Portsmouth con l’accusa del mancato pagamento (smentito dalle fonti del Genoa). Il ghanese è stata una sorpresa in positivo a Milanello, al contrario di Papastathoupolos, utilizzato a Cesena e «incenerito» dalla critica. Dall’altra parte è stato spedito a Genova Kaladze, chiuso a Milanello, e in grado di garantire a Gasperini invece la necessaria esperienza.
Sembra un altro mondo ed invece il Milan è sempre in mezzo al guado, distanziato dall’Inter e a caccia di una maggiore identità tecnica e tattica che Allegri non considera un traguardo molto lontano. «Sono straconvinto che alla fine il Milan lotterà per vincere qualcosa» è la sua fede, opposta alle critiche più o meno velate, arrivate in coda all’1-1 di Roma con la Lazio che invece di preoccuparlo segnalano la mentalità italiana, «giudizi orientati esclusivamente dal risultato» la sua convinzione che lo spinge a parlare «di barzellette, tipo che il Milan gioca male». «E invece siamo sulla buona strada» è la tesi di Allegri preoccupato più dalle energie nervose consumate dal gruppo a dispisizione che da quelle fisiche e prossimo, con qualche turbamento, al Genoa «che è squadra cui non possiamo concedere il contropiede» il suo avvertimento.
Sembra un altro mondo rispetto al recente passato ed invece il destino di Allegri è sempre lo stesso. E cioè sentirsi discusso a un mese giusto dall’inizio del campionato («sarebbe stato tutto più semplice se avessi avuto tutti a disposizione» la sua difesa) per via di quel meno 5 dall’Inter che è poi la sua vera spina nel fianco. «Io affronto i problemi quando ci sono, anche la storia del Milan vecchio e lento è un’etichetta dura da sbattere via». Può essere la sera di Robinho in avanti mentre Seedorf si ferma in panchina per rifiatare costringendo Pirlo agli straordinari, scortato da Gattuso e Boateng.

Due reduci di Berlino 2006 hanno recuperato credito: Rino e Zambrotta erano stati dati per finiti, bolliti. Uno ha tenuto in piedi la baracca, appena uscito c’è stato il pari di Floccari, l’altro ha schiantato la traversa nel finale.

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