All'Humanitas radiografie in 3D e meno invasive per i pazienti

Presentata la nuova apparecchiatura, prima in Italia, frutto dell'esperienza aerospaziale francese. Per il settore (e per i pazienti) è una rivoluzione a meglio supportare diagnosi e interventi chirurgici

Un’apparecchiatura radiologica di nuova concezione, messa a punto dalla Società Aerospaziale francese, del costo di 500mila euro è stata installata presso l'istituto clinico Humanits di Rozzano. E' la prima in Italia e fra le primissime in Europa. EOS, questo il nome del macchinario, con una quantità minore di raggi rispetto a quella impiegata per una normale radiografia (ben 8 volte meno) e fino al 90% in meno rispetto alla Tac), permette di effettuare diagnosi estremamente precise e veloci. Il sofisticato software di post processing di cui è dotato consente a Eos di ricostruire lo scheletro intero in 3D, garantendo una valutazione di alta precisione delle curvature della colonna vertebrale, e uno studio degli aspetti posturali dei pazienti, in particolare di bambini ed anziani, difficilmente valutabili con le tecniche tradizionali.

“L’utilizzo di Eos - spiega il dott. Luca Balzarini, responsabile dell’unità operativa di radiologia diagnostica di Humanitas - è particolarmente vantaggioso nei giovani pazienti portatori di patologie della colonna vertebrale che necessitano di un follow-up ripetuto nel tempo. Nel caso, per esempio, di un bambino affetto da scoliosi, poter effettuare il necessario monitoraggio costante (circa ogni 6 mesi) con una dose minima di radiazioni è fondamentale”.

In campo neurochirurgico Eos rappresenta una vera e propria rivoluzione. “Grazie allo speciale software di cui è dotato - spiega il dott. Maurizio Fornari, responsabile dell’unità operativa di neurochirurgia di Humanitas - questo macchinario consente di ottenere una rappresentazione della colonna in 3D e di ricostruire tutte le anomalie angolari di carico che hanno interessato questa zona e quella del bacino nel corso degli anni. In questo modo è possibile non solo studiare le malattie degenerative della colonna dovute all’età medio-avanzata, ma anche risalire alle origini del problema. Si stima infatti che il 90% di queste problematiche, oggi sempre più frequenti dato l’invecchiamento della popolazione, sia espressione di un carico anomalo della colonna in fase precedente. Utilizzando Eos il neurochirurgo può quindi stabilire con estrema precisione l’entità del danno subito dal paziente e valutarne la possibile evoluzione. Avvalendosi di questa tecnologia è possibile intervenire in modo molto più mirato, preciso e meno invasivo per correggere la curvatura della colonna”.

La nuova apparecchiatura consente di acquisire immagini del paziente in piedi, senza ingrandimenti né distorsioni verticali, dunque estremamente accurate e utili per la pianificazione di eventuali interventi chirurgici in particolare sulla colonna, sull’anca e sul ginocchio. “Eos cambia in maniera radicale il modo in cui il team di ortopedici è in grado intervenire sulle patologie muscolo-scheletriche di tutte le età, dal bambino alla persona anziana - spiega il dott. Guido Grappiolo, responsabile dell’unità operativa di chirurgia protesica dell’anca di Humanitas -. Le immagini che fornisce consentono di effettuare interventi più precisi e personalizzati. Nel caso dell’impianto di una protesi d’anca, per esempio, il chirurgo basandosi su immagini in scala 1:1 può definire con maggior precisione il planning operatorio e le corrette dimensioni della protesi da utilizzare. Senza, come invece accade con le normali immagini radiologiche, dover rielaborare i dati acquisiti traducendoli in scala reale. La visione tridimensionale, inoltre, evita distorsioni e consente misurazioni reali delle deviazioni assiali degli arti, cosa impossibile con Rx standard anche total body. Eos risulta pertanto utile nelle correzioni di tali anomalie (displasie) in campo sia protesico sia osteotomico (chirurgia conservativa). Infine, l’utilizzo della macchina consente la visualizzazione e correzione di eventuali mal posizioni protesiche (revisioni)”.  

“Data la ridotta quantità di

raggi che utilizza e l’elevata precisione delle immagini fornite - conclude il dott. Balzarini - Eos è, con buona probabilità e laddove indicato, destinato in un futuro a sostituire gli strumenti di radiologia tradizionale

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