Sembra strano, ma due parole che usiamo comunemente come sinonimi rappresentano una il contrario dell'altra: «uniforme» = dal latino «uniformis», ovvero ciò che ha la stessa forma, e «divisa» = da «divisare», che vuol dire invece diversificare. Forse perché indicano una «tenuta» che serve a identificare uno schieramento a partire dagli stessi indumenti, a sua volta diverso da un altro. Pensiamo ai calciatori del Milan, che hanno tutti la stessa maglia rosso-nera, ma sono vestiti in modo diverso da quelli dell'Inter, che ce l'hanno nero-azzurra. Segni tangibili che servono anche a distinguere un pompiere dal vigile urbano, per esempio. Le divise si sono evolute in base alle mode, ai tempi e alle necessità.
Qual è la prima uniforme da ricondurre a un concetto simile a quello dei giorni nostri?
«La prima forma rudimentale di uniforme risponde l'autore di best seller storici Carlo A. Martigli è quella dello sciamano, medico e stregone dell'antichità, che indossando copricapo e bastone si investiva di un ruolo super partes ed era l'unico a poterlo fare».
Nasce da questo il modo di dire «fascino della divisa», o attrazione per il camice?
«Ai tempi dell'antica Grecia, specie di Sparta, solo gli uomini anche se schiavi, anziani e bambini, potevano indossare la divisa militare. Immaginate l'uomo con elmo, spada e corazza che ne riproduceva le forme. Salvatori della patria, dovevano esercitarsi nelle varie attività sportive, come la lotta o la corsa, rappresentando quindi la bellezza, la forza e la protezione. Perciò ammaliavano: dal greco malia. Fino al Rinascimento, e oltre, la divisa era diventata sinonimo di eleganza. Divisa può essere riferito anche all'uso rinascimentale di portare, da parte degli uomini, calze di colore diverso, divise, (come vero e proprio vezzo)».
Quindi le prime uniformi glamour sono di origine maschile, e non femminile?
«Quelle glamour sì. A dire il vero il primo a teorizzare l'uniforme maschile come simbolo di eleganza fu Mattheu Schwarts, segretario del banchiere Fugger, che scrisse il Trachtenbuch (Libro di Costume), ovvero il primo libro al mondo della moda maschile!».
In effetti, se pensiamo alle amazzoni o alle antiche combattenti, le loro uniformi non avevano nulla di elegante o vezzoso. Forse è con il momento successivo dell'emancipazione femminile, dopo gli anni Settanta, che le donne cominciano a voler riprendere la propria femminilità, anche in divisa, una volta affermate e comprovate le proprie capacità intellettuali e fisiche. Quindi solo dopo essersi battute per guadagnare il rispetto degli uomini, negli stessi ruoli, non più costrette a tagliarsi i capelli per sembrare credibili, Amelia Earhart, la prima donna pilota a volare oltre Oceano (1897-1937).
L'estate del 2016 ha segnato la storia per aver accettato in via definitiva i sostantivi di Avvocata, Ministra, Sindaca, Candidata parole in effetti già riconosciute dal dizionario e i filantropi hanno riconvalidato l'uso comune del termine Papessa, diffuso nell'antica società matriarcale (la Papessa è una figura di altissimo prestigio nei tarocchi di Marsiglia, simile al maschile che tutti conosciamo), in attesa di un Pontificio che magari un giorno verrà.SNas
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