Alloggi popolari nelle periferie più vivibili

Mura azzurre, rosse, gialle. Un grande cortile al centro. E attorno tutto il verde di un quartiere di nuova residenza: Ponte di Nona. È qui che ieri mattina il sindaco Gianni Alemanno ha consegnato nella mani dell’inquilino Michele Motolese le chiavi di uno dei 55 nuovi alloggi popolari dell’Ater. Una «casetta» di tre stanze con una grande terrazza. Che da ieri ha appesa sul muro dell’ingresso anche la dedica speciale del sindaco. Un’avvenimento per una famiglia in attesa di alloggio dal gennaio 2001.
«Con amicizia e speranza affinché questa casa sia un luogo di benessere e di fortuna», è la scritta destinata a durare nel tempo. «È un momento di grande gioia perché consegniamo delle case» annuncia il primo cittadino. Poi analizza la situazione, c’è di più. «Ma provo grande imbarazzo, la convenzione che ha fatto partire la costruzione di queste case risale al 1988. Vent’anni fa. Poi blocchi, burocrazie, e tanti, troppi rinvii. Insomma, vent’anni per assegnare queste case. È una cosa gravissima. In più, c’è la questione dell’urbanizzazione. Qui non è che non è stata fatta perché mancavano i soldi, né perché mancavano i progetti, ma per un intoppo burocratico del Comune di Roma».
E, riferendosi alla protesta dei comitati di quartiere, Alemanno ricorda che «sono cinque anni che si aspettano le urbanizzazioni e i collegamenti viari per evitare che questo quartiere sia un ghetto, e da cinque anni questi interventi sono bloccati dalla burocrazia. Ora gli uffici si sono impegnati a sbloccare entro pochi giorni la situazione. Ma il vero nemico da sconfiggere è la burocrazia e la lentezza delle procedure che è un dato vergognoso».
Nel nuovo quartiere popolare di Ponte di nona, entro la fine del mese saranno consegnati 328 alloggi ad edilizia sovvenzionata, tra i quali 16 alloggi destinati ad assegnatari diversamente abili. Nella zona il programma di edilizia popolare è frutto di una sperimentazione che, attraverso un monitoraggio, verificherà il livello di integrazione e funzionalità degli insediamenti, anche in considerazione delle nuove tecnologie per il consumo energetico utilizzate. Il quartiere, secondo il progetto di urbanizzazione, sarà collegato con l’autostrada A24. In dettaglio, gli alloggi sono di vari tagli. Molti si sviluppano su tre piani e sono «così belli che sono sprecati per l’edilizia sociale», scherza l’assessore all’edilizia popolare del municipio VIII, Mario Brunetta (Pdl). Battuta mal digerita dal sindaco: «Credo che la casa popolare debba essere una bella casa. Nel mondo ci sono tanti esempi di case popolari costruite con uno stile architettonico particolare, o progettate da architetti famosi con grandi risultati».
Prima di andar via al sindaco tocca anche ascoltare la richiesta di un inquilino di 34 anni, «epilettico» e «da poco guarito da un tumore», con «moglie disoccupata» e «due figli di cui uno disabile», che lamenta l’assegnazione (dopo otto anni di attesa) di un alloggio «troppo piccolo», 61 metri quadri per quattro persone. Prima dell’arrivo del sindaco, l’uomo aveva minacciato più volte il suicidio se non avesse avuto risposta in giornata.

«Abbiamo verificato -spiega Alemanno - che c’è stato un errore nell’assegnazione dell’alloggio. A questa famiglia è andata una casa per tre persone invece che per quattro. Abbiamo già avviato le procedure per il cambio di alloggio».

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