All'Umanitaria le opere di Renato Meneghetti

"Vedere oltre" è il titolo della mostra dell'artista vicentino che utilizza il mezzo radiografico con nuovi significati

Il prossimo sabato, presso la Sala Facchinetti dalla Società Umanitaria di Milano si inaugura la mostra "Vedere oltre" dell'artista vicentino Renato Meneghetti, le cui opere sono note per il singolare utilizzo del mezzo radiografico che si presta ora a nuovi interventi e nuovi significati.
In mostra un ciclo di opere, realizzate dai primi anni Duemila, dedicate alla suggestione del paesaggio, reinventato attraverso la radiografia di legni, da cui l'artista fa emergere nuove visioni. Fedele al marchio stilistico che da oltre un trentennio contraddistingue la propria produzione, in queste opere la radiografia emerge e si configura come mezzo per una rilettura e una trasfigurazione poetica e concettuale del vero che ci circonda: "vedere oltre" la tela e la pittura, "vedere oltre" lo spazio e il tempo, per riscoprire suggestioni antiche e moderne rilette attraverso la "lente radiografica" e fantastica dell'artista, per svelare la struttura segreta di ciò che vediamo. Radiografie di legni che, nelle velature dell'intervento pittorico testimoniano l'appropriazione poetica che l'artista sa fare del paesaggio e dei suoi elementi naturali. Il variabile ritmo e il ciclo irregolare delle venature nel legno compongono una sequanza di paesaggi marini e terrestri, ora notturni, ora immersi nella nebbia o disegnati dal vento e dal sole diretto.
La mostra è organizzata in occasione della II Edizione di "Orto d'Artista: dalla semina al raccolto". Un gesto simbolico ma di grande efficacia concettuale: con il gesto della semina si vuole contribuire alla comunicazione dell'appello della Fao e dell'Onu sulle problematiche della fame e della pace nel mondo, avendo come obiettivo quello di seminare arte per raccogliere pace. Renato Meneghetti aderisce all'iniziativa "seminando" in mostra alcuni piccoli "Paralleli vertebrali", da cui germoglierà, in una prossima mostra che si terrà nel 2010, una immaginifica foresta, simbolo naturale di forza e veemenza sulla quale Achille Bonito Oliva ha ravvisato "la capacità di Meneghetti di riciclare in termini creativi" l'idea della spina dorsale come architettura naturale "e come questa acquisti plasticità" nelle sue sembianze di tronchi di palma. "Paralleli vertebrali": le palme caraibiche hanno la stessa struttura della colonna vertebrale.
Ricerche complesse, dunque, antiche e moderne, artistiche e scientifiche, si intrecciano e consolidano, dialogando attraverso stili e tecniche differenti.

Risultati visivi dissimili e risvolti emozionali diametralmente opposti si confrontano in un'attenzione, originale e raffinata, alla comprensione e alla sperimentazione delle potenzialità del linguaggio di Renato Meneghetti, la cui qualità dell'opera è testimoniata dalla presenza nelle maggiori rassegne d'arte di carattere nazionale ed internazionale e da una bibliografia che annovera le firme dei più noti critici d'arte, da Gillo Dorfles ad Achille Bonito Oliva, da Marco Goldin a Vittorio Sgarbi, da Luciano Caramel a Tommaso Trini, da Walter Guadagnini a Pierre Restany.

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