Alonso 2°, Massa 3°. La Rossa sta guarendo

La Ferrari c’è. La Ferrari è in prima fila. Di nuovo dopo dieci gare, di nuovo dopo Singapore, neppure un anno fa, come dire una vita fa. La Ferrari c’è. Non lo dice tanto la prestazione di Alonso che il secondo tempo dietro al solito Vettel ha strappato all’ultimo respiro utile, ma lo dice Massa terzo proprio per colpa del compagno, terzo finalmente di nuovo aggressivo, terzo e non bollito. Il termometro per capire se i malanni ferraristi stanno guarendo non ha sembianze iberiche bensì brasiliane: perché se Felipe fosse indietro come spesso e non volentieri è stato quest’anno, saremmo qui ad applaudire un po’ la Rossa e molto lo spagnolo sicuri che gran parte della prestazione sia figlia del suo piede. Con Felipe così terribilmente in avanti, no, stavolta è lecito pensare, sperare, credere che la Rossa stia tornando.
Lo fa capire la soddisfazione controllata di Pat Fry, direttore tecnico Ferrari e stratega del muretto quando dice «ottimo lavoro, ci siamo tutti sforzati negli ultimi mesi e finalmente si cominciano a raccogliere dei risultati... Però c’è ovviamente ancora molto da fare e a cui pensare, a cominciare dalla gara...». Gara che un meccanico della Rossa, Marco Oliva, guarderà dall’hotel dopo il controllo in ospedale di ieri visto che durante un pit stop è stato accidentalmente investito da Alonso, riportando una ferita al piede.
Tutto questo in casa Ferrari. In casa altrui, cioè Red Bull, fa impressione che su pista non amica («la peggiore per noi») abbia centrato il tempone senza sforzo, al primo giro utile. Dettaglio da non sottovalutare. Però in fondo, e neppure tanto, meglio farci cullare dal ricordo che, giro più o giro meno della Red Bull, prima certe rosse zampate ce le sognavamo. Non solo: in Canada c’è anche il kers cigolante delle due autobibita e non a caso, Sebastian, visti i problemi avuti ieri da Webber, ha ammesso: «Se non mi funzionasse al via, non potrei far nulla contro Fernando...». E poi, massì, in Canada ci sono persino le McLaren di solito affezionatissime a questa pista e invece indietro con Hamilton che non si raccapezza.
Dirà Alonso: «Stavolta sono molto fiducioso perché è il miglior risultato della stagione. Certo, su un tracciato così, dove il carico aerodinamico conta meno, le nostre carenze vengono un po’ mascherate, però è anche vero che tutte le novità portate qui hanno funzionato come ci aspettavamo... E ora la gara, cercherò di mettere pressione a Vettel e poi vediamo che succede tanto più che è attesa pioggia». E Massa: «Mi auguro che il week end prosegua così... per me si tratta del più bel piazzamento in griglia dall’inizio del mondiale, e mi rende ottimista l’analisi dei tempi, visto che ho sempre tenuto un buon passo rispetto alle Red Bull. Quanto alla pioggia attesa, se non altro è un bene scattare davanti».
Pioggia o non pioggia, oggi si dovrebbero vedere parecchi sorpassi. Ovviamente perché nella formula playstation fra kers e ali mobili sarà un festival di pigiate di pulsante, e perché per la prima volta quest’anno sarà possibile azionare l’ala magica in due punti del circuito e non più uno solo. Quanto ai pit stop, se ne prevedono almeno due. A Montreal è poi d’obbligo una raccomandazione per il vincitore. Nel caso di trionfo, guai a festeggiare troppo durante l’ultimo giro. Lo sa bene la Pirelli e lo sa bene soprattutto Nigel Mansell che nel 1991 buttò idealmente nelle acque del San Lorenzo una vittoria già in tasca.

A furia di fare ciao ciao al pubblico gli si spense il motore e Piquet, su Benetton, sentitamente ringraziò. Fu l’ultima successo del gommista italiano prima del recente ritorno come fornitore unico. Altri tempi. Un po’ folli e un po’ eroici. Altro che playstation...

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