Alonso: «Due o tre soste cambiava poco»

9 HAMILTON

Primo Rischia di non arrivare in tempo per lo schieramento, problema di alimentazione si dirà. Ce la fa di corsa, di corsa parte, di corsa affianca Vettel alla prima staccata, di corsa tiene giù e lo passa. Poi sarà un valzer di gomme da capire e coccolare, una danza di sorpassi culminata nell’ultimo arrembaggio in cui si metterà in tasca prima Rosberg, poi Massa e infine Vettel. Ha rischiato, sorpassato, insistito, mai mollato. Ieri il più grande pilota terracqueo era lui. Unico neo? Le comunicazioni radio che spesso l’hanno richiamato a fare attenzione alle gomme. Vuoi vedere che senza il muretto McLaren così attento a tenerlo in riga, le avrebbe di nuovo distrutte come in Malesia?
6.5 VETTEL

Secondo Partito male, beffato subito da Button e un attimo dopo da Hamilton. La strategia su due soste, come quella Ferrari, non ha pagato se alla fine ha dovuto subire, lui che da una vita era sulle dure, il sorpasso di Hamilton che sulle dure c’era da molto meno complice il terzo pit. Comunque ha gestito tutto con mestiere, senza incorrere nelle sciocchezze sotto pressione del 2010.
10 WEBBER

Terzo Magnifico sabato nel non dar di matto davanti ai media appena eliminato nel Q1. Magistrale in pista a rimboccarsi le maniche, a non sbagliare mai, a districarsi al via benché su gomme dure. Da diciottesimo a terzo è un’impresa. In F1 le imprese si fanno quando in giornata di grazia c’è la macchina - e si sapeva -, il team e soprattutto il pilota. Dure subito e poi un’infilata di gomme morbide e nuove - non partendo nei primi dieci, sabato le aveva conservate, ndr - sono le fondamenta della sua impresa. Il resto è tutto nel suo buon piede - non ottimo - e nella sua testa - quella sì ottima -. Aveva tutto per sentirsi ormai un gregario (compreso il kers che non ha mai funzionato nel week end, ndr), ha invece mandato un gran messaggio al team. E a Vettel.
5 BUTTON

Quarto Visto che al primo pit si è fermato nella piazzola Red Bull pronta a ricevere Vettel, merita 4 tutta la vita e il proprio nome nella Hall of Fame dei Fantozzi della F1. Visto però che la partenza era stata fenomenale, massì, un 5 cerchiobottista ci sta tutto.
7 ROSBERG

Quinto Benché la Mercedes in Cina abbia fatto un passo in avanti rispetto alla Ferrari, Nico, con questo passo avanti a disposizione, è stato costretto a dare l’anima. Bravo a gestire la prima posizione conquistata grazie all’intuizione del mago delle strategie, mister Ross Brawn: ovvero, prima sosta anticipata di un paio di giri rispetto agli altri, e vetta servita su un piatto d’argento. Piatto temporaneo, però. Al giro 40 gli toccherà fermarsi per l’ultima sosta, gomme dure. Al rientro, resisterà ad Hamilton fino a che il team non gli dirà di risparmiare benzina. Podio sicuro se il motore Mercedes non fosse stato così ingordo.
8 MASSA

Sesto Ha sbagliato poco o niente. Forse niente. È partito bene su Alonso, passandolo al via. Bravo a superare Hamilton al tornantino poco prima del pit stop. Se la Ferrari avesse mantenuto il buon passo della gara precedente sarebbe stata la manovra chiave per andare a tenersi il podio. Felipe ha dimostrato di essere incattivito e indiavolato e voglioso di riscatto. «La mia più bella gara di quest’anno e forse anche dell’anno scorso» dirà con sofferta ironia. Neppure la svirgolata sull’erba difendendosi su Rosberg, a fine gara, va catalogata alla voce errori. Con due pit sul groppone e con le gomme dure ormai diventate le gomme del ponte, è il minimo che potesse fare cercando di difendersi. Nota stonata: le critiche fatte a caldo alla strategia. C’è modo e modo.
4 ALONSO

Settimo Il più grande pilota terracqueo sedeva sulla McLaren, non sulla Rossa. Giornata no per lo spagnolo, un’altra. Non bello. Sembra più o meno l’inizio stagione 2010, però all’epoca aveva già in tasca il trionfo in Bahrein. Qui invece ha in tasca solo una gran voglia di vedere risolte le magagne aerodinamiche della Rossa. Butta via molto nel primo duello con Schumi che gli fa da tappo.
6 SCHUMACHER

Ottavo Vista la gara, viste le gomme, vista la Mercedes, l’uomo teutonico ha dato tutto. Però non è la sua F1. Michael ex kaiser delle piste, pilota computer, capace di garantire un passo gara stratosferico ed esaltare le strategie del box, non è uomo per questa F1 tutta alti e bassi e sorpassi da traffico delle cinque in centro città.


6 PIRELLI

In Cina non c’era il caldo malese. Bene le soft, bene i sorpassi, bene aver fin qui spinto i piloti a coccolare le gomme e i team a sbizzarrirsi nelle strategie, male i troppi trucioli lasciati sulla pista, male le gomme dure che dure non sono.

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