Alta velocità, Ciampi schiaccia l’acceleratore

Ds e Margherita apprezzano le parole del capo dello Stato. E l’Unione si divide

Massimiliano Scafi

da Roma

Non parla della Val di Susa, non si sofferma sui sindaci in corteo, non pronuncia nemmeno la parola Tav. Ma stavolta non c’è bisogno di entrare in dettagli, il messaggio presidenziale è chiaro lo stesso. «Salvaguardare le nostre montagne - dice Carlo Azeglio Ciampi - non significa certo l’isolamento. Non possiamo permetterci di essere tagliati fuori dalle grandi reti europee». E l’ecologia? «Dobbiamo usare i progressi delle tecnologie e delle conoscenze scientifiche per garantire la tutela dell’ambiente». E i blocchi stradali? «La politica nazionale in questo campo deve integrarsi a quella europea che nei suoi trattati afferma l’impegno per le aree meno favorite». Ds e Margherita «apprezzano» le frasi del capo dello Stato. Forti malumori invece nell’«altra» sinistra, Prc, Pdci e Verdi: «Non spettano a lui le scelte di sviluppo del Paese, inviti i sindaci al Quirinale e li ascolti».
«Preoccupato» per il montare delle proteste locali, convinto del profilo strategico della costruzione della linea ferroviaria al alta velocità Torino-Lione, Ciampi approfitta dunque della celebrazione della giornata della montagna per ripetere come la pensa sull’argomento: tutti d’accordo sulla «salvaguardia» delle valli e dei boschi, però non possiamo farci «tagliare fuori» dallo sviluppo. Sono anni che il capo dello Stato si batte perché il tracciato del Corridoio 5, una delle grandi vie di collegamento europee, il filo che unirà Lisbona e Kiev, passi non a nord ma a sud delle Alpi, in territorio italiano. Perciò, spiega, per superare la marginalizzazione delle aree montane occorre «una strategia lungimirante ed equilibrata». Come si fa a valorizzare il turismo se si resta esclusi da una delle grandi vie di collegamento del futuro? Certo, il Quirinale non sottovaluta i pericoli ambientali, però ritiene che scienza e tecnologie possano dare «risposte rassicuranti». Già nel 2002 Ciampi definì «fondamentale» per gli interessi nazionali che il Corridoio 5 attraversasse l’Italia: servirà, disse all’epoca, anche per rendere il porto di Trieste competitivo rispetto ad Amburgo. E a marzo del 2004 lanciò un altro appello: «È essenziale che il nostro Paese rimanga al centro dei traffici europei».
Una posizione appoggiata dalla componenti riformiste dell’Unione. «È un'opera fondamentale per il futuro del Paese - dichiara Francesco Rutelli - . Il progetto può essere sempre migliorato ma gli impegni presi per la modernizzazione dell’Italia si mantengono, perché altrimenti non c'è la possibilità di governare». «Le parole del presidente sono condivisibili e importanti - dice Vannino Chiti, Ds - , la Tav deve essere realizzata con un occhio all’ambiente. Capisco le preoccupazioni di quella gente, ma un’opera di questa portata darà vantaggi pure a loro». Ma il fronte ambientalista non ci sta. Durissimo Franco Giordano, capogruppo di Rifondazione alla Camera. «L’opinione di Ciampi è sicuramente autorevole ma non rientra nelle sue prerogative istituzionali dover decidere quali sono le scelte di sviluppo del nostro Paese. Noi non abbiamo nessuna intenzione di isolarci. I sindaci della valle hanno presentato un progetto alternativo più economico e compatibile ambientalmente, quindi altre risposte esistono». Per Alfonso Pecoraro Scanio «sarebbe un bel gesto se Ciampi invitasse i quaranta sindaci della Val di Susa per ascoltarli e valutare le loro proposte: visto che quella è una delle zone meglio collegate d’Italia, l’ideale sarebbe potenziare la linea esistente Torino-Lione».
Ciampi sbaglia anche secondo Paolo Cento: «Non è possibile esprimere pareri così netti quando non ci si trova in una determinata situazione.

Il presidente parli con la gente del luogo». E Gianfranco Pagliarulo, senatore del Pcdi: «I lavori del cantiere di Venaus vanno bloccati. Non è pensabile che il progetto venga realizzato senza una valutazione dell’impatto ambientale».

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