da Roma
«LSvp deve modificare il suo atteggiamento, smettendola di fare il punto di raccordo della sinistra solo per motivi elettorali». Insomma, «deve liberarsi dal suo abbraccio mortale, altrimenti... ». Altrimenti, ci arrabbiamo. Altrimenti, la Lega si metterà di punta per contrastarla in Alto Adige, a Bolzano, tanto per cominciare. Altrimenti, il Carroccio presenterà, alle Provinciali del prossimo 26 ottobre, anche una lista di candidati tedeschi, da affiancare a quella italiana. Una lista con un simbolo asburgico, laquila, con tanto di sfondo biancorosso e la scritta Liga Nord.
Roberto Calderoli non le manda a dire. E il ministro lancia un avvertimento politico molto preciso. Il ragionamento è più o meno il seguente. Basta con il tradizionale appoggio al centrosinistra, come avvenuto alle Politiche del 2006 e in parte anche del 2008, complice il sistema elettorale maggioritario, che prevede i collegi uninominali per il Senato. Ma in ogni caso, la Suedtiroler Volkspartei, orfana della sponda romana di Romano Prodi e che tenta pian piano di confrontarsi con il governo guidato da Silvio Berlusconi, se vuole davvero dialogare ha il dovere di rappresentare il territorio. Senza paraocchi.
Alberto da Giussano contro la Stella alpina. Il confronto decisivo, in autunno, potrebbe essere questo. Uno scontro, è bene chiarirlo, non alla pari. E nessuno mette in dubbio lo strapotere elettorale dellSvp, che cinque anni fa ottenne a Bolzano il 55,6% dei voti, portando Luis Durnwalder alla guida della Provincia. A fronte di un risibile 0,5% della Lega. Ma adesso la partita è diversa. Ovvio che le forze in campo non verranno ribaltate, ma è pure vero che i consensi degli autonomisti locali vengono dati in calo. Tanto che qualcuno prevede un risultato negativo, per ottobre, con lSvp sotto il 50%.
«Loro sono in forte calo e se dovessero scendere al di sotto di quella soglia - pronostica Maurizio Fugatti, deputato leghista eletto nel Trentino-Alto Adige - si aprirebbe una vera crisi istituzionale. Non dimentichiamo, tra laltro, che noi siamo invece in crescita. E non è un caso se alle scorse elezioni nazionali abbiamo preso il 2% nel territorio di Bolzano».
Come dire, siamo piccoli, ma avanziamo. E possiamo fare male. «Certo, la Lega ha avuto sempre a cuore e difeso le autonomie speciali - prosegue Fugatti - considerandole un modello da raggiungere. Ma se lSvp vuole davvero interloquire a livello governativo, allora deve tagliare il vecchio cordone ombelicale». Altrimenti, si va alla conta.
In ogni caso, sono ore decisive. E nulla verrà deciso prima dellincontro in programma domani in val Pusteria. Dove si siederanno attorno a un tavolo, tra gli altri, Calderoli e Durnwalder. Sulla carta, per discutere di federalismo fiscale. Ma in realtà, sarà lì che verranno sciolti i nodi. «Nel caso in cui non si trovi un accordo, noi siamo pronti, se necessario, a presentare una lista di candidati tedeschi», rimarca il parlamentare del Carroccio, che aggiunge: «La Volkspartei, che ottiene i suoi maggiori consensi dai madrelingua, ha paura di perdere voti. Anche a seguito della fuoriuscita di Roland Atz, ex vicepresidente della giunta regionale, che adesso ci appoggia».
La sfida è dunque lanciata.
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