Unaltra stangata in arrivo sulla medicina specialistica dopo il ticket sui farmaci non generici introdotto due settimane fa. Nelle prossime ore il presidente-commissario Piero Marrazzo siglerà il provvedimento per lintroduzione di una nuova tassa: il super-ticket sulle prestazioni diagnostiche. Almeno 10 euro a ricetta. Dovrà servire a recuperare i 50 milioni di debito corrente che con le misure correttive introdotte (ticket di 3,50 euro per i farmaci con brevetto, addizionale Irap e Irpef al massimo) non è stato capace di ripianare. E allora a pagare, ancora una volta, saranno i cittadini. Ma è qui che la maggioranza regionale si spacca con lassessore al Bilancio Luigi Nieri in testa che si dice totalmente contrario a una «tassa sulla salute». Eppure anche dinanzi a una simile esternazione Marrazzo tira dritto e cerca di indorare lamaro boccone annunciando una sanità migliore. E via con il panegirico degli annunci. «Adesso penserò alla riorganizzazione e al miglioramento dellofferta sanitaria. È la scalata che forse mi interessa di più perché riguarda i cittadini - ha detto ieri al termine dellaudizione in commissione Sanità del Senato -. Penso a unoperazione sulle liste dattesa, alla riorganizzazione strutturale dellofferta nel territorio come la riconversione dei piccoli ospedali che rappresenterà un miglioramento di cui i cittadini si accorgeranno». Già prima di chiedere il super-ticket sulla diagnostica e non si esclude pure una sovrattassa per chi sceglie le prestazioni in intramoenia, lex teledifensore civico si dovrà prodigare a ridurre la tempistica. Non viene qualche scrupolo a chiedere 10 euro in più per fare una Tac o un ecocolordoppler a 3 mesi, una mammografia a 4 e unecografia a 6? Pure questo sarà da vedere, soprattutto dopo aver ricevuto certezza sullerogazione di una fetta cospicua dei 5 miliardi di euro.
E infatti promesse a parte cè anche chi aspetta Marrazzo alla prova dei fatti: «In diretta televisiva il ministro Sacconi - dice il deputato Fabio Rampelli (Pdl) - ha messo in mostra la verità: i soldi, oltre 3 miliardi, non sono stati corrisposti al Lazio a causa della presentazione di un piano di rientro credibile e autorevole». A fargli eco il consigliere regionale della Federazione Cristiano popolari, Fabio Desideri: «I 5 miliardi reclamati sono per 3.221 milioni subordinati alla verifica degli adempimenti fissati dal piano di rientro, mentre per 1.700 derivano dai gettiti fiscali. Nel Consiglio dei ministri di domani (oggi, ndr) il Governo varerà un decreto per abbreviare i tempi di erogazione delle risorse provenienti dalle tasse. Da sottolineare che la Regione è inadempiente, rispetto al piano di rientro, fin dalla verifica trimestrale dellottobre 2007 per cui il centrosinistra ha poco da pavoneggiarsi. Ringrazi piuttosto il Governo Berlusconi.
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