Al galoppo

Nera Sassetti, i cavalli e la nobiltà

Un suo antenato fu fidato alleato, commercialista e finanziere dei Medici. Suo nonno Giulio Cesare, ufficiale di cavalleria, scortò il Re a cavallo. In questa intervista Nera Sassetti ci parla della sua bellissima e lunga esperienza a contatto con i cavalli

Nera Sassetti, i cavalli e la nobiltà


Continua il nostro viaggio nel mondo del galoppo e in special modo delle corse dei cavalli. La protagonista stavolta è la contessa Nera Sassetti, della nobile e antichissima famiglia Sassetti, gli aristocratici fiorentini che affondano le loro origini nel rinascimento di Lorenzo il Magnifico. Francesco Sassetti fu fidato alleato, commercialista e finanziere dei Medici. La famiglia Sassetti è presente persino al Museo del Louvre di Parigi, dove si può ammirare un bellissimo dipinto di Selvaggia Sassetti. Anche nella capitale del Rinascimento le testimonianze sono molteplici, in particolare Palazzo Sassetti e la Cappella Sassetti in Santa Trinità, al cospetto del famosissimo Presepio del Ghirlandaio.

Presepio del Ghirlandaio
Presepio del Ghirlandaio

Tanto blasone non offusca la semplicità di Nera, che alla prima nostra domanda risponde con molta semplicità e allegria, tanto che mi chiede gentilmente di darle del tu, richiesta ovviamente non accettata per una questione di deontologia professionale.

Selvaggia Sassetti
Selvaggia Sassetti, Louvre di Parigi

Le chiedo semplicemente di raccontarsi e raccontare la sua passione per il cavallo da corsa. Lei sorride ed incomincia a parlare: "Nella nostra famiglia i cavalli sono sempre stati presenti, una passione ovviamente storica ma fu mio nonno Giulio Cesare, ufficiale della cavalleria dei carabinieri di Pastrengo, a trasmetterla a mio padre che poi l’ha trasmessa a me. Mio nonno, a cavallo, ha scortato persino il Re e questa è sicuramente una garanzia di passione e dedizione che magicamente sono impresse nel nostro sangue. Sin da piccola ho manifestato la volontà di salire in sella e la mia esuberanza ha fatto il resto, tanto che già all’età di sei anni prendevo lezioni in un maneggio di Roma".

Giulio Cesare scorta il Re

Cosa ricorda della sua adolescenza?
"È trascorsa tra il rigore dell’educazione per diventar nobildonna e la spensieratezza di essere un’amazzone. Tra il dovere e la gioia ha vinto la seconda ed infatti a 17 anni, con la mia bicicletta e contro la volontà di tutta la famiglia, andavo alle stalle ad imparare la dura vita di scuderia, non vergognandomi di rassettarle e trasportare il letame. Si immagina una figlia di Nobili che spala letame, uno scandalo… ma io non mollai. Al compimento del mio diciottesimo anno, mio padre mi fece il regalo più bello ed una grande sorpresa, comprò una purosangue da Ettore Pistoletti e me la donò...".

Come andarono le cose?
"Accudire un animale che pesa una mezza tonnellata è molto faticoso, ma accudire e montare il proprio fa raddoppiare la fatica ma in egual modo la gioia. Dopo alcuni mesi di esercizio ed allenamento debutto ufficialmente in corsa arrivando quarta, togliendomi una bella soddisfazione e anche qualche sassolino dalle scarpe. Incominciò così una carriera ininterrotta da proprietaria che ormai ha raggiunto il 38° anno".

La contessa, che ha compiuto da poco 58 anni, è in questo mondo da oltre 40, senza clamore ma con carattere e come le preme precisare, recuperando cavalli destinati al prato o nella peggiore delle ipotesi al macello.

"In effetti la gavetta fatta agli ordini di Vincenzo Di Maggio mi ha fatto crescere ed apprezzare il cavallo da corsa anche quando è svuotato o ancor peggio malato, le posso fare molti esempi ma a me piace raccontarne tre, quelli che mi hanno dato una grandissima soddisfazione e ancora oggi mi stimolano a non mollare. Couprin, Tauber e Fantastic Love sono e saranno sempre nel mio cuore proprio perché recuperati al 100% quando tutto il mondo sosteneva il contrario".

"Con fatica, con spese aggiuntive non di poco conto, operarli, rimetterli in piedi e vederli nuovamente correre è un’immensa soddisfazione - dice con malcelata soddisfazione -. Arrivare poi a vincere con questi soggetti è come vincere le corse di gruppo, e adesso qualcuno sorriderà ma io sono fiera e convinta di quanto ho dichiarato. Il cavallo è molto di più di animale che corre… e quando certe azioni le compi all’età di vent’anni senza l’aiuto di nessuno ma solo con la forza dell’anima, sono gesti indelebili che fortificano e ti proiettano nel futuro".

"Rimetterli in pista e oltretutto vincere ha significato moltissimo per me… in un mondo dove l’invidia regna sovrana e dove la sconfitta è la vittoria dei deboli, posso onestamente affermare che nel mio piccolo mi sono tolta tante soddisfazioni. Nel 2014 ho preso anche la patente di allenatore professionista e posso affermare che lo studio non si è certo fermato, anzi…ogni giorno c’è qualcosa di nuovo da imparare e sperimentare. Il mio motto è 'siate sempre donne che fanno invidia… mai donne che fanno pena'".

E la vita della contessa Nera, fuori dall’ambito ippico?

"Nella vita di tutti i giorni ho fatto sempre di testa mia, ho sbagliato come tutti, ma posso sinceramente riconoscere che sono una donna molto forte, ho tre figli Alice Maria Vittoria, Pietro Giulio Cesare e Margheritasmeralda, che ho cresciuto da sola perché il mio ex marito li ha dimenticati da vent'anni e il fatto che ero benestante ha aggravato il suo comportamento…".

Nera si descrive come una persona molto solare, molto esuberante a cui piace la compagnia ed il buon cibo anche se un po’ pigra, riesce ad alzarsi alle 5 del mattino per andare a dare il buongiorno ai suoi cavalli ma quando può dormire e rilassarsi lo fa molto volentieri. E se ormai non è più una ragazzina, lo spirito e l’aspetto fisico sono rimasti quelli di qualche decennio fa.

La figlia di Nera Sassetti

Adesso in scuderia c’è Better Day?
“Anche la Betty, come piace chiamarla a me, ha un passato un po’ così, i vecchi proprietari me l’hanno ceduta perché anziana. Infatti ha sei anni ed io l’ho acquistata volentieri per regalarla a mia figlia. E se appena portata nei nostri box sembrava impaurita e con un carattere deboluccio, posso con orgoglio dire che adesso sta crescendo sotto ogni punto di vista, sta diventando una menefreghista, un po’ come sono io, accetta il lavoro, non suda più ed esce tranquilla, ha incominciato a mordere e questo mi piace molto. Una femmina che si ribella, che non è remissiva è il primo e fondamentale passo perché sia competitiva. Con me ha già fatto due primi posti ed un secondo, il suo prossimo ingaggio sarà il 13 aprile sulla pista di Firenze, si alza un po’ il tiro, forse avrà un paio di chili in più rispetto a quelli sperati, in sella ci sarà Dario Di tocco, spero faccia bene perché se lo merita".

E i prossimi programmi?
“Adesso mi godo la Betty ed il suo pieno recupero, dopo la primavera viene sempre l’estate e chissà che non si possa correre la Coppa del Mare a Livorno".

Quindi è un annuncio, la Scuderia Nera Sassetti correrà la storica corsa livornese?
“Chissà che la giubba grigia con la striscia azzurra che riprende lo stemma di famiglia possa esserci, non manca molto e l’ippodromo Federico Caprilli mi ha sempre portato fortuna".


Ringrazio la contessa per il tempo donatomi e la simpatia che ha dimostrato in questo nostro incontro. Nera Sassetti pur di stare con i suoi amati cavalli ha rinnegato molto della vita aristocratica, ma come ha voluto ben precisare, sempre vivendo nel lusso. "Ben vengano gli stivali e le ghette ma non rinuncerei mai ad un bel paio di scarpe comode ed alla moda".

Si è conclusa l'intervista a Nera Sassetti e abbiamo scoperto un altro interessante personaggio dell'ippica italiana. Mai avrei pensato di poter intervistare una contessa, ma è successo, in maniera scherzosa e tranquilla. Una donna al di là del tempo, degli schemi e del protocollo, una donna che ha dedicato la propria vita all’amore per i figli e i cavalli, la vera nobiltà.

Grazie contessa Nera.

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