Attacchi, malintesi e colpi bassi: tre anni difficili tra Roma e Parigi

Dalla crisi sui migranti ai distinguo sulla guerra russa in Ucraina, pregiudizi e freddezza tra i leader

Attacchi, malintesi e colpi bassi: tre anni difficili tra Roma e Parigi
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I rapporti tra Francia e Italia negli ultimi anni sono contrassegnati da continui alti e bassi come se viaggiassero tra le montagne russe. Le prime turbolenze sono iniziate già nei primi mesi di vita del governo Meloni. Anzi, il 7 ottobre 2022, ancor prima che si insediasse, Laurence Boone, all'epoca ministro degli Affari europei francese, rilascia un'intervista a Repubblica in cui dichiara: "Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo sul rispetto dei diritti e delle libertà".

Pochi giorni dopo, il 24 ottobre 2022, però, Emmanuel Macron incontra a Roma Giorgia Meloni e i due passeggiano amabilmente per le strade di Trastevere. Meno di un mese dopo, però, le tensioni tra i due governi aumentano quando l'Italia si rifiuta di far sbarcare in Sicilia la nave ong Ocean Viking che, poi, attracca a Tolone. "Questi metodi non sono accettabili", dichiara Catherine Colonna, ministra degli Affari esteri francese che minaccia: "Se l'Italia persiste con questo atteggiamento ci saranno conseguenze". E, infatti, le ritorsioni francesi non si fanno attendere. Dopo aver annunciato l'apertura del porto di Tolone, il ministro dell'Interno Gérald Darmanin (nella foto) conferma la sospensione del ricollocamento di 3.500 rifugiati dall'Italia. Nel maggio 2023, poi, c'è un nuovo affondo. "L'estrema destra francese prende per modello l'estrema destra italiana. Si deve denunciare la loro incompetenza e la loro impotenza. Meloni fa tanta demagogia sull'immigrazione clandestina: la sua politica è ingiusta, disumana e inefficace", dichiara Stéphane Séjourné, all'epoca capo del partito di Macron. "La Francia non prenderà nessun migrante da Lampedusa", dichiara lapidario Darmanin nel settembre 2023 all'indomani della visita di Ursula von der Leyen e di Giorgia Meloni sull'isola a largo della Sicilia.

A dicembre dello stesso anno, quando il Consiglio Europeo deve decidere sulle nuove regole comuni di politica economica, sembra tornare il sereno tra Meloni e Macron. "Abbiamo affrontato il tema del Patto di stabilità e tutti gli altri dossier sui quali pensiamo si possa costruire una convergenza con la Francia. E sul Patto ci sono diverse convergenze su interessi comuni", dichiara il premier italiano. "È stata un'ottima discussione", conferma Macron al termine di un bilaterale svoltosi in quell'occasione. Nel giugno 2024, invece, è Meloni a far filtrare la sua amarezza per il comportamento di Macron ritenendo che fosse "profondamente sbagliato fare campagna elettorale utilizzando il forum prezioso del G7". Il presidente francese, infatti, in quell'occasione, aveva espresso il suo disappunto per il fatto che nel testo finale del G7 mancasse un riferimento all'aborto. Nel maggio di quest'anno, infine, a dividere i due leader è stato il ruolo dei cosiddetti "Volenterosi" nella guerra in Ucraina. Meloni, assente al summit di Tirana, precisa che l'Italia non invierà truppe sul campo.

"La discussione che abbiamo avuto era per ottenere un cessate il fuoco in Ucraina, non ci sono state discussioni con Zelensky a Kiev domenica e neppure oggi sull'invio di truppe", replica Macron. Le divergenze sembravano appianate dopo l'ultimo bilaterale che si è tenuto a Palazzo Chigi all'inizio di giugno, ma forse Francia e Italia sono destinati a essere dei cugini un po' litigiosi.

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