
Sei salti per la storia. Mattia Furlani oggi si gioca il podio nella finale del salto in lungo (13.50 italiane). Il reatino sogna di prendere la medaglia iridata all'aperto, l'unica che ancora manca al ragazzo prodigioso della nostra atletica. E pensare che il figlio di Marcello Furlani e Khaty Seck, che lo allena, ancora deve compiere 21 anni (a febbraio).
Mattia, sente un po' il peso di questo appuntamento con la storia? È uno che pensa a queste cose?
«Ci penso, ci penso, però comunque non è un peso, anzi è una motivazione, una determinazione. Perché vedete, dopo tutto il lavoro di questi mesi, uno vive per questi momenti. Quindi non vedo l'ora».
In finale non troverà chi l'ha battuto al Golden Gala, ovvero l'australiano Adcock. Un rivale in meno?
«Cambia poco, perché ci sono praticamente tutti i big della specialità».
Come si è sentito fisicamente nelle qualificazioni?
«Sto bene, anche se dovrò aggiustare qualcosa a livello tecnico nella rincorsa. Avrei potuto interpretare meglio alcuni salti. Mi è stato di esperienza e di aiuto. Partirò con una rincorsa diversa. Dovrò dare tutto quello che ho. Anche perché è l'ultima gara dell'anno».
La pedana com'era?
«È molto simile a quella che c'era a Parigi e a Nanchino, quindi sono contento e spero di esprimermi al meglio come ho fatto ai Giochi (bronzo) dell'anno scorso e ai Mondiali indoor (oro) a marzo».
La squadra italiana sta rispondendo bene a questi Mondiali.
«Sono contento per le quattro medaglie, è un'ottima squadra e spero che gli altri ragazzi in gara in questi giorni diano il massimo. C'è una bella atmosfera».
La sua amica Larissa Iapichino ha chiuso però il
Mondiale uscendo nelle qualificazioni del lungo. Ha avuto modo di sentirla?«Purtroppo non l'ho sentita, sa anche lei i rischi del mestiere. Saprà come lavorare con il suo team. Tornerà più forte, ne sono sicuro».