Altro che fannulloni, Lazio pieno di virtuosi

Altro che fannulloni, Lazio pieno di virtuosi

Non sono tutti fannulloni, sfaticati, sfaccendati, pigroni incalliti allergici alla fatica. Non pensano solo a timbrare il cartellino e a giocare al solitario sul computer, a lasciare l’ufficio il prima possibile o a trovare un modo, uno qualsiasi, per non andarci affatto. Perché i lavoratori del settore pubblico sanno anche stupire e migliorarsi giorno dopo giorno, scoprirsi geniali innovatori e provetti inventori, risparmiare risorse e partorire iniziative che servono a fare del bene o tornano utili a tutti.
Lo sa bene il ministro dell’Innovazione Renato Brunetta, che nella sua lotta senza quartiere alle braccia incrociate ha deciso di accendere la luce anche sull’altra faccia della medaglia, quella degli esempi positivi, dei casi di buona amministrazione che rendono migliore il Bel Paese, lo educano o lo avvicinano a chi vive nel disagio. In circa tre mesi ne ha scovati oltre ottocento di questi esempi, senza troppa difficoltà. E una parte non indifferente, 59, arrivano dal Lazio, al quinto posto in una graduatoria regionale che sul podio vede Emilia-Romagna, Lombardia e Toscana. Ma Brunetta è andato oltre, ha deciso di gratificare tanta virtù, lanciando un concorso che premierà i più bravi, chi non vuole fermarsi, chi per il 2009 ha già preso l’impegno di migliorarsi ancora. Su 725 candidature pervenute, 478 sono passate alla fase finale e riceveranno a domicilio la visita di un team di valutatori, il cui compito sarà quello di controllare se sono stati raggiunti i risultati attesi. La bella sorpresa è che, ai blocchi di partenza, il Lazio occupa la prima fila di questa speciale corsa, con il 16,3 per cento delle autocandidature (contro il 14 per cento del Veneto e il 13,2 della Lombardia).
Per questo abbiamo deciso di raccontare alcune storie pescate nel copioso incartamento fornito dal ministero. Tutte rigorosamente «made in Lazio». Protagonisti sono grandi e grandissimi enti, come il Comune di Roma, ma anche istituzioni in miniatura, come ospedali e scuole di periferia, dove ogni giorno, lontano dai riflettori, si compiono piccoli miracoli.

Li abbiamo divisi in tre categorie del tutto arbitrarie (le innovazioni che fanno risparmiare tempo e denaro, le innovazioni che vanno in soccorso di chi ha bisogno e le innovazioni che puntano sul futuro attraverso l’innovazione), ma che a nostro avviso rendono l’idea di quanto sia vasto il loro campo d’azione, di quanto il loro operato sia in grado di fare la differenza.

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