Si nascondeva in una villetta di Licola Mare, nel Giuglianese, il boss Cesare Pagano, 40 anni, capo degli «scissionisti» di Scampia. Era inserito nell'elenco del ministero dell'Interno dei 30 latitanti più pericolosi, è uno dei più sanguinari capi della camorra. «Nessun governo mai nella storia della Repubblica ha fatto tanto come noi nella lotta contro la criminalità organizzata» non ha nascosto la sua soddisfazione il premier Silvio Berlusconi, congratulandosi con il ministro dell’Interno Maroni. Che aggiunge: «L'azione dello Stato, forte e precisa contro il crimine, non conosce tregua. Questa è un'altra importante vittoria contro la criminalità organizzata».
La polizia è entrata in azione alle 4,30 di mattina ma il capo camorra non dormiva: era sveglio come un grillo e stava leggendo i giornali. È sempre stata una sua abitudine tenersi sveglio quando tutti dormono, per essere pronto alla fuga in caso di arrivo delle forze dell'ordine. Ma stavolta le due sentinelle poste a guardia della villa non sono servite. Agli agenti è bastato qualche colpo a scopo intimidatorio per costringere alla resa il camorrista.
Pagano, t-shirt celeste con il volto stampato di Steve McQueen, era latitante da un anno «ed irreperibile praticamente da sempre» spiega il coordinatore della Direzione distrettuale antimafia, Alessandro Pennasilico. Con lui sono stati arrestati due suoi fedelissimi, il nipote Carmine Pagano e il genero Mario Riccio.
Con il cognato Raffaele Amato (arrestato un anno fa) Pagano provocò la scissione dal clan Di Lauro dalla quale poi si scatenò una faida sanguinosa che provocò una cinquantina di morti. Sapendo delle sue abitudini di lettura la polizia per mesi ha tenuto d'occhio le edicole notturne di Napoli, fotografando e annotando le abitudini dei frequentatori più abituali. «Abbiamo dato un colpo duro al clan degli scissionisti» dice il procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore. Ma anche l’opposizione si congratula con il governo: «Cesare Pagano è un boss di primo livello, il suo arresto è un grande risultato» ammette il senatore del Pd Giuseppe Lumia. E il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha espresso «vive congratulazioni» a Maroni. Con l’arresto del boss camorrista Cesare Pagano si riducono a 16 i latitanti «di massima pericolosità» inseriti nel programma speciale di ricerca della direzione centrale della polizia criminale. L’elenco, che inizialmente conteneva 30 nomi, è stato via via spuntato con i 14 arresti avvenuti dal 2008 ad oggi.
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