Un altro macigno su Sea Vendita «rinviata» dal Tar

L’udienza è stata fissata per il 12 aprile. Albertini sorpreso: «È una situazione paradossale. Ricorrenti non legittimati»

Sabrina Cottone

Un nuovo macigno sulla sempre più travagliata vendita del 33 per cento della Sea. Il Tar della Lombardia ha rinviato al 12 aprile l’udienza sulla gara: si saprà solo tra due mesi se il ricorso contro la decisione di Palazzo Marino è fondato nel merito o se, al contrario, nulla osta alla vendita della quota. In ballo, insieme alla vendita della Sea, ci sono soprattutto le opere che dovrebbero essere finanziate con quel denaro, a partire dalla linea quattro della metropolitana.
Un ulteriore ostacolo, anche perché la Provincia di Milano delibererà oggi un nuovo ricorso contro la dismissione, accogliendo le motivazioni dei consiglieri comunali d’opposizione, ritenuti dal Consiglio di Stato non titolati a presentare il ricorso. Il sindaco, Gabriele Albertini, va all’attacco: «È una situazione paradossale. È sorprendente che il Tar accetti una richiesta di rinvio di due mesi per permettere ai ricorrenti “non legittimati” di produrre nuova documentazione a proprio favore, documentazione peraltro disponibile al momento della presentazione del ricorso». Tra i nuovi fatti intervenuti addotti dagli avvocati dell’opposizione ci sarebbe anche la decisione di distribuire il maxidividendo straordinario Sea.
Il sindaco, comunque, sarebbe intenzionato a andare avanti. Albertini sembra convinto di poter contare su almeno un’offerta, forse due: si parlerebbe dell’australiana Babcock & Brown e della tedesca Octies. Un primo parere informale degli avvocati avrebbe confortato Albertini che questa mattina riunirà i consulenti e poi riferirà in giunta. Palazzo Marino è stretto tra due fuochi: da un lato è evidente che un ricorso pendente fino al 12 aprile rischia di scoraggiare gli eventuali concorrenti, dall’altro c’è il 27 marzo, giorno in cui è prevista la riunione del Cipe che deciderà gli stanziamenti. Se per il 27 marzo il Comune non sarà in grado di mettere la propria quota, lo Stato potrebbe decidere di destinare altrove le risorse.
Tra le due date ce n’è una terza e cioè il 13 marzo, quando sarà distribuito il maxidividendo Sea. La giunta potrebbe usare i soldi per finanziare la linea quattro ma gli ostacoli sono due: da un lato è probabile che non siano sufficienti, dall’altro l’opposizione chiede che la questione torni in consiglio. «Il sindaco non venda Sea, incassi il dividendo e porti in aula la delibera di assestamento di Bilancio per indicare dove intende spendere quelle risorse» chiede il capogruppo della Margherita, Andrea Fanzago. E qualche dubbio serpeggia anche nella maggioranza. «Consiglierei al sindaco di non andare avanti nella vendita, per non avvalorare il sospetto che i giochi siamo conclusi» è l’appello del consigliere provinciale di An, Giovanni De Nicola.

Più prudente Forza Italia. Il capogruppo azzurro, Manfredi Palmeri, avverte: «Aspettiamo il giudizio di merito. Oggi c’è una spada di Damocle e il centrodestra non farà finta che non esista. Ma la sinistra farebbe bene a smettere di affilarla».

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