RomaLombra di uno stupratore seriale si allunga sulla capitale. Ieri una studentessa universitaria di 21 anni è stata violentata nel garage della sua abitazione in via Sommer, a Tor Carbone, periferia a sud di Roma. Stessa modalità, stesso scenario della violenza sessuale che ha subito esattamente un mese fa, alla stessa ora, una giornalista di 34 anni alla Bufalotta. Troppe strane coincidenze che fanno pensare si possa trattare dello stesso mostro.
Lincubo si è materializzato tra giovedì e venerdì notte, quando erano da poco passate le 3. La ragazza, una giovane perbene, dalla faccia pulita, stava rientrando a casa dopo una serata passata con gli amici. Aveva appena parcheggiato lauto nel garage condominiale, quando è stata sorpresa alle spalle da un uomo col volto coperto da un passamontagna. Laggressore le ha puntato un coltello alla gola e lha violentata. Poi è scomparso nel nulla, come era venuto. La ventunenne ha chiamato dal suo cellulare il 113 ed è stata trasportata al SantEugenio, dove è stata medicata e assistita da unequipe di psicologi. Agli investigatori della squadra mobile, che si occupano del caso, ha raccontato che luomo parlava italiano, proprio come lo stupratore che un mese prima aveva abusato della giornalista alla Bufalotta. Entrambi, poi, hanno agito sotto la minaccia di un coltello e con il volto travisato, dopo aver chiuso la bocca delle vittime con del nastro isolante. Analogie, che la polizia sta vagliando, cercando di ricostruire tassello dopo tassello il puzzle dei ricordi che man mano affiorano nella mente della studentessa, secondo la quale il colpevole avrebbe tra i 30 e i 40 anni e sarebbe alto un metro e 75.
Nel quartiere dove si è consumato il fatto ieri cera sconcerto e rabbia. Pochi avevano voglia di parlare. «Lho vista crescere, proprio non riesco a credere che possa essere successa una cosa del genere - racconta un architetto, che ha lo studio in una delle villette a schiera lungo la strada -. È una ragazza tranquillissima, bella, ma non appariscente».
«La madre mi ha avvertito al telefono piangendo e urlando - aggiunge un vicino -. Quando sono sceso la polizia era già sul posto». «I familiari erano sconvolti - fa eco un altro - e la giovane era preoccupata per loro. Vive con la sorella e la madre e in questo periodo il padre è fuori per lavoro». I condomini di una palazzina che affaccia sul garage assicurano che il cancello automatico era funzionante e che il balordo potrebbe essere entrato nei sotterranei dalla rampa ed essersi nascosto in attesa che la vittima rientrasse nel box con la sua auto. Dopo la violenza potrebbe essere scappato da uno degli accessi che portano alle scale del palazzo, per poi uscire fuori.
Ancora da valutare se sarà utile allinchiesta una telecamera fissata in un angolo del garage. Probabilmente nei prossimi giorni i vestiti della ventunenne saranno al centro di esami di laboratorio, per rilevare eventuali tracce di liquido seminale dal quale si potrebbe ricavare il Dna del bruto.
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